Il due gennaio la signora Gianna Gardenal, da vent’anni residente al Centro Don Vecchi, ha celebrato i suoi cento anni di vita. Alla signora Gianna voglio molto bene perché è una donna buona ed intelligente, vive una vita serena, amata dalle figlie e dai numerosi nipoti, affettuosamente assistita da Tania. Nonna Gianna passa le sue giornate pregando, ascoltando la televisione, perché è quasi cieca, e riposando quando è stanca.
Infinite volte mi ha ringraziato per averle dato il suo “quartierino” in cui vive felice, accarezzando i suoi fiori e, ad ogni nostro incontro, mi ripete che questi ultimi vent’anni, vissuti al Don Vecchi, sono stati i più belli della sua vita. Con fare sornione poi mi ripete che sta aspettando la chiamata al cielo, ma lei è una donna paziente perciò aspetta volentieri anche se il Signore è in ritardo.
Non è che al Don Vecchi tutto scorra liscio e tranquillo, i problemi di cinquecento anziani e delle relative famiglie sono molti ma, se non ricevessi altre attestazioni d’affetto e di riconoscenza all’infuori di quelle della cara nonna, queste sarebbero più che sufficienti per gratificarmi e aiutarmi ad andare avanti.