Io ho preso la patente per guidare l’automobile venticinque anni fa, ormai sessantenne. Confesso che ho fatto un po’ di fatica per ottenerla, la prima volta fui rimandato perché non ho saputo destreggiarmi nel labirinto di strade di Marghera, da ripetente poi non è andata meglio perché per miracolo, nella seconda prova, non ho investito un giovane che portava il latte. Ho però incontrato, fortunatamente, un funzionario devoto che mi ha detto: “Padre, veda d’essere prudente quando guida”.
Credo d’aver fatto tesoro di questo saggio e doveroso consiglio, anche se, neppure oggi, dopo venticinque anni di guida, sono un autista provetto.
I miei rapporti con l’automobile non sono mai stati molto rispettosi nei riguardi di questo mezzo di locomozione, sia perché non ho mai comprato o posseduto una macchina nuova o di valore e sia perché non ho mai servito l’automobile ma mi sono sempre fatto servire da essa “educandola” al mio modo poco rispettoso delle sue esigenze.
Confesso che spero di essermi comportato in questo modo per una scelta di sobrietà e di coerenza. Ultimamente il comportamento e le parole di Papa Francesco mi hanno molto confortato e le ho avvertite come un’approvazione che mi ha gratificato a livello di prete automobilista.