Il mio tragitto per ritornare al Don Vecchi, dal Cimitero ove si svolge il mio “lavoro” quotidiano, non può che essere quello che passa per Viale Garibaldi, viale che, all’inizio del secolo scorso, fu pensato come il Corso che avrebbe collegato il centro di Mestre con Treviso, città che per molti motivi e per molti anni esercitò un legame ideale con Mestre. Basti pensare che fino al 1926 tutte le parrocchie di Mestre facevano parte della diocesi della Marca Trevigiana.
I miei ripetuti transiti quotidiani mi sollecitano ad osservare i colori e i profumi dei due filari di vecchi tigli che fiancheggiano questo corso che gli architetti hanno progettato ispirandosi nientemeno che a Versailles.
Da qualche settimana è iniziata la caduta delle foglie con i loro mutevoli colori che dal verde cupo dell’estate hanno cominciato a perdere intensità per poi ingiallire, diventare marrone ed infine scomparire lasciando i rami spogli che alzano le loro dita scheletriche verso il cielo.
Ora ogni giorno sogno il verde tenero delle foglioline primaverili ed il profumo intenso di questi tigli. Come ti sogno primavera!
Sarei tanto grato al Signore se almeno per una volta ancora mi permettesse di godere della poesia di questa strada amata.