I baci di suor Angela

Vive al Don Vecchi un’anziana suora anomala. Suor Angela, si chiama così, ha pressappoco la mia età, non veste un uniforme monacale ma vestiti che sono in assoluto i più convenienti per una donna che ha fatto voto di povertà, castità ed obbedienza. E’ una donna laureata in matematica e fisica, è stata in convento per trenta o quarant’anni, e mi sono domandato come abbia fatto a rimanerci per così tanto tempo dal momento che è uno degli esseri più liberi che io abbia conosciuto nella mia lunga vita. Ora è abbastanza malandata sulle gambe e quindi deve girare con il deambulatore. Passa tutto il suo tempo nella preghiera ma soprattutto nell’elemosina. Credo che né Ozanam, né San Vincenzo, né il presidente della Caritas siano più impegnati di lei ad aiutare il prossimo. Io più volte le ho detto che non condivido il suo modo di operare, ma affermo pure che nutro un’infinita ammirazione per quello che fa per i poveri. Lei sa come la penso però non riesce a comportarsi diversamente e io sono certo che andrà nel più alto dei cieli. Di suor Angela ammiro soprattutto i suoi baci appassionati con i quali esprime nella maniera più profonda e convinta il suo amore per il prossimo.

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