Cercasi leader

Ho vissuto una vita intera facendomi sempre aiutare da volontari. Ho conosciuto quindi delle bellissime persone, uomini e donne di tutte le età che, mossi da principi umanitari o di religione, hanno dedicato il loro tempo e le loro competenze a favore del prossimo, da qualsivoglia difficoltà fossero afflitti.

Una decina di anni fa il mondo del volontariato, sia quello di ispirazione religiosa che quello laico, era il fiore all’occhiello del Nordest del nostro Paese. Non ricordo le cifre, ma so di certo che il numero di volontari dei vari settori nei quali erano impegnati era veramente enorme. Ora pare che ci sia qualche flessione, comunque il numero di cittadini, uomini e donne di tutte le età, è ancora veramente considerevole.

Qualche settimana fa ho riferito in una delle tante pagine di diario, che quando il cardinale Scola desiderò conoscere da vicino la realtà della mia vecchia parrocchia, ebbi modo di presentargli, in una memorabile serata, quasi quattrocento volontari impegnati nei settori più vari della vita parrocchiale. Anche attualmente, pur muovendomi io in uno spazio molto più ristretto, i miei volontari fortunatamente li posso ancora contare a centinaia. In genere sono persone care e generose verso cui nutro grande amore e riconoscenza. Senza di loro “Il polo solidale”, “L’Incontro” e i Centri don Vecchi dovrebbero chiudere o diventare realtà assolutamente inaccessibili ai poveri, mentre sono soprattutto loro che hanno bisogno e che noi vogliamo aiutare.

Per l’amore e la stima che nutro verso il volontariato, devo pur confessare che vi sono pure carenze, talvolta mancanza di motivazioni forti, talvolta mancanza di stile nell’operare, e più spesso ancora, purtroppo, una mentalità che li convince, essendo essi volontari, di poter essere meno fedeli agli orari, agli impegni e soprattutto ad esser cortesi verso un “prossimo” che, in verità, spesso lascia a desiderare e, più spesso ancora, ha comportamenti prepotenti, poco rispettosi e per nulla riconoscenti verso chi, senza alcun dovere specifico, tenta di aiutarlo.

Talvolta mi sono lasciato andare ad un’espressione un po’ colorita: “Conto solamente su un esercito di Brancaleone, disordinato, irrequieto e indisciplinato”. Comunque, nonostante queste truppe ben poco scelte, siamo riusciti e riusciamo ancora a realizzare e mantener vive delle bellissime imprese.

La nota più dolente in questa mia esperienza di vita è che abbiamo una estrema carenza di leader, di capi preparati, motivati e competenti. Mentre riusciamo a reclutare ancora un numero considerevole di volontari a livello di manovalanza o poco più, il mondo imprenditoriale non ci passa questo tipo di piccoli “capitani di industria”, pur in pensione, di cui il mondo del volontariato ha estremo bisogno.

Lancio ancora una volta un accorato appello perché “quadri” e dirigenti in pensione, dopo aver fatto una carriera nei settori più diversi, lo facciano pure con i volontari.

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