Spesso mi capita una bella foto per la copertina de “L’Incontro”. Approfitto della foto, la “faccio parlare” mediante una didascalia, la più incisiva possibile, su un argomento che mi sta a cuore o per lanciare un messaggio che ritengo opportuno. Le tematiche su cui aiutare i concittadini a prender posizione sono talmente tante che ogni bella immagine che mi capiti tra le mani mi offre sempre l’opportunità di sottolineare un tema, esporre una critica o lanciare una proposta.
Normalmente metto in raccoglitore le immagini interessanti e poi le uso tentando di diversificare in ogni numero del periodico i temi che intendo trattare. Le foto sono sempre “rubate” da altri periodici, preferisco prenderle da quelli di ispirazione religiosa sperando che, data la “parentela di pensiero”, non mi sporgano denuncia.
Qualche tempo fa mi sono ritagliato una bella “tela”, quasi certamente del Canaletto, che ritrae la punta della dogana con alle spalle la basilica della Madonna della Salute. Di primo acchito, vedendo le barche ormeggiate con i marinai che armeggiano con prodotti da caricare o da scaricare, mi venne d’istinto sottolineare che quanto sono stati industriosi ed impegnati i nostri avi, altrettanto la città oggi sta andando alla deriva a motivo non solo dello spopolamento, ma pure del malgoverno.
Pensavo al Palais Lumier, al Fontego dei tedeschi, allo stadio, al quadrante di Tessera, al Casinò, al Carcere, alle grandi navi, all’isola di Poveglia ed altro ancora. Ebbi però un momento di resispenza pensando a quella parola pesante come una pietra, “malgoverno”, come concausa dei tanti mali. Mi è sembrata impietosa, anche se tante e tante altre volte avevo denunciato il degrado, l’inefficienza, la burocrazia. Sennonché mercoledì scorso, prima di mandare in macchina il periodico, di primo mattino è “scoppiata la bomba” della nuova tangentopoli che ha come epicentro il Mose, ma che è venti volte più consistente delle prime.
Il mio titolo “Povera Venezia! Non solamente non mi è più parso esagerato ed impietoso, ma inadeguato ed insufficiente ad esprimere la miseria morale della classe politica ed imprenditoriale della nostra città.
L’indomani, ossia giovedì scorso, dopo molti anni, facendo un enorme sforzo, soprattutto per accontentare i miei “capi”, sono andato alla Salute per la celebrazione dei giubilei sacerdotali, perché io ho raggiunto le “nozze di diamante” col mio sacerdozio: sono passati infatti sessant’anni dalla mia ordinazione sacerdotale. Al costo di quasi venti euro per i biglietti di autobus e vaporetto, ho potuto provare la sensazione di trovarmi in un megaipermercato del turismo.
Io non sono ancora andato a vedere il megaipermercato “la Nave de vero” di Marghera, ma questa mattina ho visto “la Nave de aqua” di Venezia. Anche questa seconda nave sa soltanto di artificio e di denaro, quasi nulla di comunità umana e di nuova civiltà!
09.06.2014