Nota: questo appunto nel diario di don Armando risale ai primi giorni di dicembre 2008.
Ieri sera ho avuto la visita del mio medico curante, una carissima signora della mia vecchia parrocchia.
La dottoressa, pur usando un linguaggio scientifico, mi ha informato dello stato della mia salute con tono affettuoso e rasserenante e nello stesso tempo onesto ed obbiettivo. Gliene sono riconoscente per l’una e per l’altra cosa.
Il carcinoma, che ha dato di se la prima avvisaglia ben cinque anni fa e che innumerevoli volte gli urologi hanno tentato di decapitare, pare non abbia voglia di andarsene neanche dopo le ultime instillazioni chemioterapiche.
Lo confesso che la notizia non mi ha lasciato indifferente, anche perché le persone che mi stanno curando, pur trattando innumerevoli volte dell’argomento, me l’hanno presentato come un ospite indiscreto e non desiderato, ma neanche troppo preoccupante!
Il pensiero dello sgomento del Cardinal Martini, già arcivescovo di Milano e le parole forti e taglienti di padre Maria David Turoldo, mi hanno confortato e mi hanno aiutato ad accettare con più serenità anche la mia preoccupazione.
Se poi ci penso bene dovrei soltanto benedire e ringraziare il Signore; sono giunto agli ottanta anni, vent’anni fa il buon Dio mi ha graziato da un tumore, da cinque anni, nonostante il guaio che mi angustia, ho potuto vivere ed operare senza grosse difficoltà.
Cosa posso desiderare di più, quando in moltissime parti del mondo appena metà o poco più raggiunge l’età che ho raggiunto e so ancora che nella maggior parte sarebbero morti da un pezzo se avessero avuto i malanni che mi hanno colpito?
Stanotte svegliandomi, durante sonni irrequieti, mi è venuto spontaneo dire “Sia fatta la tua volontà!”