Gesù fa un discorso sulla morte e l’aldilà; afferma testualmente “Non abbiate timore, fidatevi del Padre mio e anche di me; vado a prepararvi un posto e quando l’avrò preparato verrò a voi perché siate dove io sono”, Domenica scorsa, per dare un supporto forte e comprensibile a questo discorso, ho ritenuto necessario parlare positivamente del presente.
I non credenti, e soprattutto i laici, attaccano spesso noi cristiani perché ci ritengono storicamente rinunciatari, persone che non apprezzano sufficientemente la vita attuale per rifugiarsi in quella futura che noi riteniamo migliore.
Io purtroppo non do tutti i torti a chi ci accusa di questa “fuga in avanti” e non ci ritiene sufficientemente impegnati a costruire una società più giusta e migliore nella quale ogni uomo possa avere la sua parte di felicità.
Soprattutto i cattolici italiani, a motivo della caduta – per me provvidenziale – dello Stato pontificio, furono impediti dalla gerarchia ecclesiastica di essere eletti ed elettori al parlamento. Questo ha influito negativamente sulla loro coscienza, motivo per cui l’impegno politico è stato visto con una certa diffidenza e perciò per decenni e decenni essi rimasero ai margini dei luoghi in cui si dava volto e respiro alla vita della nostra società.
Prima ancora, ed in maniera più incisiva, il movimento giansenista aveva ancora più negativamente inciso nella coscienza dei cristiani dando una lettura fosca e cupa al presente per rifugiarsi nella vita futura.
Credo che sia innegabile il fatto che i sacerdoti abbiano parlato per secoli con più entusiasmo della bellezza e della felicità del Paradiso ed invece abbiano messo in guardia i fedeli dai “piaceri della vita presente”.
Per poter parlare quindi con fiducia e serenità della vita futura promessa da Cristo, ho ritenuto doveroso ribadire, convinto, che la nostra vita è uno splendido dono di Dio ed una bella avventura da vivere con pienezza e fiducia in tutto quello che possiamo cogliere di interessante e di bello quaggiù, ricordandoci poi dell’affermazione di Cristo “sono venuto perché abbiate la gioia e la vostra gioia sia grande”, ad avallare questa tesi.
Quindi m’è parso opportuno soffermarmi sulla bellezza del Creato, bellezza sublime che noi diamo per scontata, anzi che non ci accorgiamo neppure di poterne godere. Ho quindi insistito nell’aiutare i fedeli ad accorgersi di tutte le cose belle che la natura e soprattutto le persone ci possono offrire e delle quali noi dobbiamo prendere coscienza per coglierle a cuore aperto.
Non soltanto possiamo godere, anzi, se solamente lo facciamo con fiducia siamo aiutati anche ad attenderci da un Dio così generoso e provvido un mondo futuro ancora migliore ove passeremo non soltanto il numero limitato di anni che possiamo vivere quaggiù, ma tutta l’eternità.
25.05.2014