Qualche domenica fa, un gruppo di genitori, che purtroppo hanno in comune la morte precoce di un figlio giovane, mi hanno chiesto di essere ospitati al don Vecchi per una giornata di riflessione e di preghiera.
La cosa era possibile e ben volentieri li ho accolti.
Anche lo scorso anno, era avvenuta la stessa cosa, ma mentre allora erano tutti di Mestre e Venezia, quest’anno provenivano da tutti i paesetti e le cittadine dell’interland.
Il gruppo che incontro mensilmente nella chiesetta di San Rocco, aveva organizzato l’incontro di questa ottantina di genitori, relativamente giovani, che si aiutano con l’amicizia e con la preghiera a rimarginare la ferita mortale e a ritrovare un po’ di serenità e di pace.
Ha celebrato l’Eucarestia don Massimiliano, un giovane ed intelligente sacerdote che con parole calibrate e ricche di fede ha tentato di dare uno sfondo di speranza e di fiducia al dramma di questa povera gente. Al don Vecchi ci siamo fatti in quattro per offrire loro una accoglienza fraterna ed un pranzo confortante.
Oggi, tempo in cui i valori fondamentali e la fede si sono di molto appannati ed indeboliti sono molte le persone che colpite dal lutto, sentono il bisogno di trovare qualcuno che le aiuti ad elaborarlo.
Ci sono psicologi, che a pagamento, applicano le regole del mutuo aiuto, però sono convinto che solo la fraternità e la fede riescono a rimarginare la ferita e a leggerla con frate Francesco, il poverello di Assisi, in maniera positiva.
Andandosene essi mi hanno donato una palla intessuta da fragili fili argentati con una frase di S. Paolo: “La speranza non delude”.
L’ho appesa alla lampada sopra la scrivania per ricordare questi fratelli e per ricordarmi che la speranza è un dono grande del Signore!