Pane con l’uvetta

Una volta mio fratello, don Roberto, parroco di Chirignago, che per certi aspetti è una “macchietta” come mio padre, ha usato un’espressione un po’ banale per dire che mentre io sono stato fortunato nella mia vita di prete, lui lo è stato meno di me. Per rendere più evidente questa immagine della mia fortuna, ha affermato che io sto sotto una doccia che ha tutti i buchetti aperti, mentre nella sua molti sono otturati e perciò il benessere scende meno abbondante. Come dire che io sono stato fortunato e lo sono ancora perché dai buchetti tutti aperti della mia doccia sono scesi dollari ed euro in sovrabbondanza, mentre dalle sue parti le cose non sono andate allo stesso modo.

A parte l’immagine singolare usata da mio fratello e la sua sottolineatura, è pur vero che io sono stato fortunato nella mia vita oltre ogni dire. Non solo non mi è mancato nulla ma ne ho avuto in sovrappiù. Ad esempio io non mi sono mai dovuto comperare un’automobile, anzi, pur se usate, ho avuto sempre l’imbarazzo della scelta. Potrei continuare a lungo: ho vestiti per vivere altri vent’anni senza acquistarne altri. Di libri da leggere potrei averne per un altro mezzo secolo. Soldi per finanziare le strutture in cui mi sono impegnato non mi sono mai mancati: a tempo debito sono arrivati e anche in sovrabbondanza.

Tante volte devo addirittura andar cauto nell’apprezzare qualcosa, perché c’è sempre chi si preoccupa di farmela avere prontamente. Qualche giorno fa, in occasione di un’espressione che mi è uscita quasi per caso, s’è innescato un meccanismo veramente sorprendente. Erano arrivati i generi alimentari della Cadoro e tra questi c’era del pane con l’uvetta. Era dal tempo delle medie, quando nell’intervallo tra le lezioni si poteva acquistare il panino con l’uvetta, che non mi era più capitato di vedere questo tipo di pane. La mia sorpresa è stata interpretata dai volontari come una mia passione per il pane con l’uvetta e quindi non passa giorno che non mi facciano avere qualche panino, tanto che un giorno della settimana scorsa ho potuto donarne una settantina, anche se un po’ vecchiotti, ai commensali del Seniorestaurant.

Questo episodio mi ha reso ancor più cosciente di quanto debba benedire e ringraziare il Signore per tutto quello che mi ha dato in abbondanza e soprattutto delle splendide e meravigliose creature che mi ha messo accanto in tutte le stagioni della mia vita.

Il pane con l’uvetta che mi hanno regalato è quello scaduto che i supermercati non possono più vendere e che la gente si guarda bene dal mangiare, mentre io lo prendo volentieri anche un mese dopo. Allora una volta ancora m’è venuto da concludere: “come può stare in piedi la nostra Italietta se abbiamo tecnici e governanti tanto poco saggi da prescrivere di buttare il giorno dopo questo ben di Dio, e dei concittadini così balordi da ascoltare persone così dissennate e sperperone?” Mi riconfermo nel pensare che il buon senso vale molto di più delle leggi stesse e a questo dobbiamo attenerci.

04.05.2014

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