Se un prete non tenta di vivere intensamente almeno la settimana santa, che prete è? Questa settimana, pur in un clima di aridità spirituale, ho tentato di recuperare il significato e il valore prezioso della Pasqua seguendo le orme di Papa Francesco, vero maestro di vita e di fede.
Chi mi conosce un po’ sa che non riuscivo in passato neppure a nascondere il mio disagio e la mia noia per certi pistolotti interminabili, scontati e poco mordenti di certi nostri grandi prelati. Il Papa attuale invece è sempre nuovo, sempre sorprendente e soprattutto sempre capace di donare frasi che sembrano perle preziose.
Spesso mi domando: “Ma dove li va a trovare Papa Francesco dei pensieri così sublimi e così convincenti?”. A me di questo Papa piace soprattutto il modo di parlare, perché rende ancora più incisivo e convincente il suo pensiero col tono della voce, con la pausa, con lo sguardo.
Quando legge una sua qualche omelia mi entusiasmano certi suoi passaggi e la concretezza delle sue argomentazioni, però quando l’ascolto – e noi oggi abbiamo non solo la fortuna di ascoltare le sue parole, ma di vedere anche il suo volto e la sua mimica – è veramente insuperabile. Mai una frase, un pensiero, sono scontati, da repertorio, ma sempre pare che escano dal suo cuore come da una sorgente viva e fresca, senza mediazioni di sorta. Le parole del Papa talvolta le sento come delle dolcissime carezze paterne, e tal’altra sembrano chiodi che penetrano a fondo anche se incontrano la roccia più dura.
Poco tempo fa m’è parso che abbia manifestato una preoccupazione angosciata quando disse: «Non lasciatevi rubare la speranza!» Mai come in quell’occasione ho preso coscienza di aver ricevuto un dono – di certo non per mio merito – un patrimonio di valori, di ideali, un messaggio così importante ed una proposta così vantaggiosa, però ho capito anche che custodisco tutto ciò in un “vaso di argilla” e perciò corro il terribile pericolo che mi sia rubato da gente, da ladri prezzolati, da mascalzoni pieni di supponenza che non hanno più nulla da perdere e perciò hanno la volontà sadica di profanare, di sporcare e di spegnere le luci che danno senso e perché alla vita.
Come mi tocca e mi mette in guardia il monito e la preoccupazione di Papa Francesco: “Non lasciatevi rubare la speranza!” (se ciò avvenisse diventereste dei miserabili in balia degli eventi).
L’altro ieri poi ho colto un’altra perla preziosa per la quale sarebbe giusto “vender tutto” per acquisire questo tesoro: “Rifiutate il pane sporco!”. Quanti menarrosti, quanti vendivento, quanti imbonitori e furbastri sono disposti ad “offrire pane sporco” per raggiungere fini loschi ed interessati?
Ogni tempo ha i suoi guai, però il buon Dio in ogni tempo, per fortuna, ci manda i maestri giusti; basta ascoltarli e seguirli!
19.04.2014