A questo mondo ci sono dei bambini che nascono quasi per caso e nelle condizioni peggiori; alcuni nascono perfino nonostante il disappunto dei loro genitori e nonostante tutto questo sono diventati degli uomini in gamba.
Ricordo di aver letto un articolo contro l’aborto che forniva i nomi di personaggi, diventati illustri, che avevano corso il pericolo di non vedere neppure la luce, o perché le loro madri si erano trovate tali per caso o perché certi medici le avevano scoraggiate di portare avanti la gravidanza.
Qualche tempo fa ho appreso la commovente ed esemplare testimonianza di un grande cantante, Bocelli, il quale ha affermato pubblicamente di esser nato solamente perché sua madre l’aveva tenacemente voluto, nonostante i suggerimenti di un autorevole ginecologo che l’aveva sconsigliata decisamente di proseguire la gravidanza per le gravi conseguenze che essa comportava.
Ben s’intende: fatte le debite proporzioni, è avvenuto qualcosa del genere anche per l’iniziativa benefica sorta da poco tempo all’interno dal “Polo della solidarietà” del don Vecchi, che è stata chiamata “Spaccio solidale”. La nascita di questo centro di distribuzione ai concittadini bisognosi dei generi alimentari non più commerciabili dei cinque supermercati Cadoro, generosamente concessi alla Fondazione Carpinetum da parte dell’imprenditore signor Cesare Povolato, è avvenuta nelle condizioni peggiori possibili. Mancava di spazi, poi sono nati contrasti, avversità, polemiche a non finire. Ma nonostante tutto questo in neppure un mese si è reclutata quasi una ventina di volontari, si è allestito un magazzino con un frigorifero ed un congelatore di grandissime dimensioni, comperato un furgone ed allestito lo “spaccio”, ossia un luogo per la distribuzione. Inoltre si è messo a punto un progetto di valenza solidale. I “clienti” infatti, che sono accorsi a centinaia, per un euro, destinato ai costi di gestione e alla carità, possono scegliersi cinque pezzi della raccolta dei prodotti alimentari appena arrivati dai magazzini Cadoro.
Ebbene, nei primi quattordici “giorni lavorativi” (si fa per dire), si sono aiutate 963 persone in difficoltà e con i relativi 963 euro non solo si sono pagate le spese di gestione, ma contemporaneamente si è pagato l’affitto mensile ad una persona che non aveva mezzi ed il pranzo per un altro nelle stesse condizioni. Infine si è data la possibilità ai quindici volontari di sentirsi appagati per il servizio intrapreso e di guadagnarsi il Paradiso. A credere alla Provvidenza non si sbaglia mai!
12.03.2014