Ho detto e scritto più volte che i discorsi di Papa Francesco mi fanno tanto felice perché sono brevi, comprensibili, incidenti e soprattutto liberatori, perché danno una lettura della vita tanto positiva e sono pregni di una fiducia totale nella paternità e nella comprensione del Signore nei nostri riguardi.
Per carità! Anche gli altri Papi che hanno preceduto Papa Francesco han detto cose belle e sagge, ma per trovare la “perla preziosa” bisognava passare al crivello una montagna di parole e di concetti, mentre il Papa attuale pare che abbia in mano un cesto di fiori di ogni specie, uno più bello dell’altro, ed ogni volta che si affaccia al balcone della basilica di San Pietro te ne offra uno con dolcezza e accompagnato dal sorriso e dal suo affetto paterno.
“L’Osservatore Romano”, il giornale della Santa sede, questi messaggi li riporta integralmente, “L’Avvenire” li riassume, i settimanali e i mensili cattolici ne danno notizia e la televisione riporta spesso le battute più felici, però penso che la gran massa dei nostri concittadini li ignorino e non riescano a coglierne la verità profumata di calda umanità. E’ anche vero che la mimica, la voce, lo sguardo e gli ammiccamenti del Pontefice li arricchiscono e li rendono ancor più gradevoli, comunque sono belli ed incoraggianti anche leggendone solamente il testo. E’ un vero peccato che i nostri concittadini non ne possano trarre profitto.
L’idea di offrirli ad un pubblico più vasto è venuta ad Enrico Carnio, mio caro amico e collaboratore liturgico, che normalmente legge tutto, o quasi, quello che il Papa dice. Un giorno, parlando di questo argomento, mi fece la proposta: “Perché non li riassumiamo e li offriamo ai fedeli della nostra città?”. L’idea mi parve brillante e quanto mai opportuna.
Tradurre però questa intuizione in realtà si è dimostrato molto più difficile di quanto pensassimo. Il lavoro di riassumerli, inserirli in computer, impaginarli, come distribuirli e soprattutto il costo, si dimostrarono ostacoli assai consistenti.
Trovammo disponibile un collega di lavoro del mio amico, che è stato uno dei ragazzini di quando ero a San Lorenzo, ed un grafico de “L’Incontro” – però impegnato fin sopra i capelli – che si è entusiasmato all’idea.
Finora abbiamo approntato bozze, progetti sperimentali, però non abbiamo ancora scoperto la strada giusta; speriamo tuttavia che prima o poi riusciremo ad imboccarla
Confesso però che provo un po’ di tristezza che il mondo cattolico della nostra città sia così inerte, apatico, mentre con un pizzico di buona volontà potremmo portare in ogni casa il volto e la parola di questo Papa che, ogni giorno di più, si dimostra un dono tanto prezioso da farci dire che il buon Dio non poteva donarci di meglio.
Comunque spero che ce la faremo!
17.12.2013