In questi giorni, in occasione delle tristi vicende di Berlusconi, si fa un gran parlare della sovranità della legge, come valore assoluto e come dovere sacro da parte di tutti di accettarla con assoluta fiducia e ottemperare senza tanto discutere.
Più volte ho affermato e torno ad affermare che non sono un fedele devoto di questo idolo che oggi, almeno apparentemente, pare abbia tantissimi fedeli. Spero, anzi credo, che questo mio modo di ragionare abbia il supporto di “Qualcuno” che è il massimo esperto in materia. Gesù infatti sentenziò: “Non l’uomo è fatto per il sabato, ma il sabato è fatto per l’uomo”, che, tradotto fedelmente in lingua corrente, significa: l’uomo non è fatto per un’osservanza assoluta alla legge, ma la legge deve essere al servizio dell’uomo.
Siccome mi pare che in Italia le cose non si rifacciano ai princìpi di fondo della nostra fede, ho deciso di “scrivere” una lettera aperta ai responsabili della vita della nostra Patria. Eccovi l’indirizzo e il testo relativo.
“Illustrissimo signor presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed illustrissimo presidente del Governo Enrico Letta – Roma.
Si dice da sempre che il nostro Paese, l’Italia, è una grande famiglia della quale voi siete i responsabili e che ogni cittadino deve concorrere per le spese comuni con il suo contributo (che normalmente si chiama tasse e imposte). Questo lo ritengo, come voi, giustissimo. Però, se le cose stanno così, ogni membro della nostra grande famiglia ha diritto e dovere di chiedersi quali siano le spese per le quali chiedete il contributo e come vengono spesi i soldi che voi ci chiedete, anche, purtroppo, con eccessiva arroganza. Perché, se tutti dobbiamo pagare, è altrettanto giusto che noi possiamo dire le nostre ragioni e quindi comportarci in merito alle vostre risposte e alle vostre scelte.
Ora, qualche giorno fa, ho sentito che all’ultimo magistrato che ha giudicato Berlusconi voi date venticinquemila euro al mese. Vi pare giusto, quando la media degli italiani percepisce poco più di mille euro al mese?
La stampa ci ha informati che un mese fa avete speso – io direi meglio sperperato – quindici milioni di euro in aeroplani da combattimento. Vi pare giusto? Ancora la stampa ha scritto che l’Italia paga un numero di generali tale che potreste piazzarne uno ogni chilometro della costa d’Italia. Vi pare giusto?
Potrei continuare per molte pagine di seguito indicandovi sperperi del genere. Non lo faccio perché un giornalista assai noto di questi sperperi ne ha riempito un libro intero. Vi indico il titolo: “La Casta”. Lo trovate in ogni libreria!
Ora è giusto che i cittadini, tutti i cittadini, paghino le tasse, ma è altrettanto giusto che voi non sperperiate in maniera così disumana i soldi che la gran parte degli italiani deve tirar fuori dal suo misero stipendio.
E’ inutile che qualcuno tenti di nascondersi dietro la foglia di fico: “è la legge!”. Io faccio il confessore, ma non potete pretendere che dica ai penitenti: «E’ peccato evadere il fisco!». Il peccato è il vostro, che continuate a sperperare i sudori della vostra gente!
Distinti saluti.
sac. Armando Trevisiol
15.09.2013