Illuso o incapace

Una decina di anni fa si diceva che il volontariato era il fiore all’occhiello della Chiesa e della società del Triveneto. Oggi pare che questo fiore sia un po’ appassito e comunque non sia più così fresco e profumato qual’era un tempo.

Sono infinite le specie di fiori: ci sono le rose ma pure ci sono i cardi e i fiori di zucca. Ho qualche perplessità nel definire la specie di volontariato di cui mi avvalgo: talvolta ho creduto che i numerosi volontari che girano attorno al “don Vecchi” e costituiscono la forza del “Polo Solidale”, fossero quanto di meglio si possa trovare in un prato fiorito a primavera, ma qualche volta – specie quando ho la sensazione che alcuni volontari lo siano per interesse, altri per passare il tempo, altri ancora per una forma di autoaffermazione o quando si lasciano andare a beghe infinite – mi vien da pensare non solo ai fiori di cardo, ma pure a quelli di ortica, a quelli dei rovi o perfino a quelli velenosi.

Per indole e per costume sono però portato ad imputare la cattiva riuscita al giardiniere, piuttosto che alle piante, memore del detto della gente di mare che dice che “il pesce puzza dalla testa”. Mi capita assai spesso, in queste occasioni, di chiedermi: “Sono un illuso o un sognatore o, peggio ancora, un fallito?”

Proprio in questi giorni mi è capitata fra le mani un’affermazione di san Francesco di Sales: “Il bene è bene se è fatto bene”, affermazione a cui non posso non essere consenziente. Perciò, una volta ancora, mi pongo la domanda se vale la pena spendermi se non sono riuscito che a racimolare un esercito di Brancaleone, numeroso si, ma disordinato, irrequieto e in mal arnese.

Da sempre sono convinto non solo che è giusto, ma doveroso che i cristiani siano seriamente impegnati sul campo della solidarietà, virtù che, sola, esprime e rende credibile la fede, ma quando sono costretto a registrare divisioni, comportamenti arroganti, scontri ed insinuazioni maliziose, allora si affaccia alla mia coscienza, sempre forte ed amaro, il dubbio di essere un povero illuso nel credere ad un efficientismo poco fraterno e poco motivato e, peggio ancora, mi vien da pensare di non essere riuscito a passare uno stile nobile, dignitoso e motivato da valori alti.

In passato ho avuto modo di incontrare volontari della Comunità di sant’Egidio, riscontrando in loro una forte passione fraterna ed una grande spiritualità. Per ora credo che non mi resti altro che testimoniare i miei convincimenti, nonostante tutto e pregare perché il buon Dio perfezioni e completi la mia “incompiuta”.

07.08.2013

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