Ci sono certe pagine della Bibbia che oltre ad essere poesia, sono pure preghiere e lode a Dio per la sua bontà e per la sua munificenza.
Leggo sempre tanto volentieri quella pagina in cui lo scrittore sacro fa dire all’orante una lauda veramente stupenda con cui canta la gloria di Dio e, fiducioso e devoto, lo ringrazia per gli elementi della natura: il sole, il bel tempo, i ghiacci, le nevi e la pioggia. Questo devoto dimostra una fiducia così assoluta nel Creatore, che lo loda per ogni evento bello come per quelli che noi poveri, meno fiduciosi, riteniamo essere, se non un castigo, almeno una amara calamità.
San Francesco poi, che oltre ad essere santo era anche poeta, nel suo magnifico Cantico delle creature, ha una lode particolarmente bella per l’acqua “umile e casta”. Io confesso che sono ancora molto lontano da questa fede “senza ma, chissà, perché”, come recita Trilussa, il noto poeta romano.
In questa interminabile “primavera” si sono alternate, tutti i santi giorni, piogge di ogni tipo: uggiose, piovaschi, scrosci, tempestate, temporali: infatti è caduta pioggia per tutti i gusti e in sovrabbondanza. Vedendo i campi allagati, le semine dilazionate, i raccolti compromessi, ma soprattutto i fiumi esondati, i torrenti e i canali minacciosi che han preoccupato ed anche allagato casolari e minacciato città, tante volte mi sono chiesto il senso di tale evento.
Ho scartato subito la risposta più immediata e tradizionale: “castigo di Dio!”, però ho trovato una qualche difficoltà a comprendere e ringraziare il Signore per una calamità che pare non intenda a smettere.
Detto questo ritorno su concetti che ho già espressi anche recentemente: il monito a non violentare la natura per colpa del nostro egoismo e la presa di coscienza che, nonostante tutte le nostre conquiste scientifiche e la nostra prosopopea, rimaniamo ancora delle povere creature fragili e in balia degli eventi. Infine ho pensato che il Signore sa “scrivere dritto anche su righe storte”, come dice un proverbio spagnolo; quindi è ancora preferibile cercare il lato positivo e fidarci del buon Dio piuttosto che arrabbiarci e disperare.