La vita de “L’incontro” è, come sempre terribilmente precaria. La sua sopravvivenza mi appare ogni settimana come un autentico miracolo. Da un lato mi riempie l’animo di consolazione che a Mestre sia il periodico più letto, ma dall’altro lato ho lucida coscienza di non essere riuscito a creare un’organizzazione così consistente, capace di parare i guai che si incontrano nella vita. “L’incontro” poggia su una trentina di collaboratori volontari, ognuno dei quali è assolutamente indispensabile; il cedimento anche di uno solo può mettere in pericolo la sopravvivenza del giornale.
Di questa precarietà sono sempre stato cosciente e d’altronde ripeto che mi pare già un miracolo che il periodico abbia continuato ad uscire regolarmente di settimana in settimana.
Ora è in sofferenza la signora Laura, che non solo inserisce nel computer i miei testi, ma pure li riordina da ogni punto di vista e inoltre collabora spesso con dei “pezzi” quanto mai brillanti. Avrebbe bisogno assoluto di una pausa di riposo o perlomeno di un aiuto consistente. Mi sono rivolto al Signore e a chi altrimenti potrei chiedere aiuto? e Gli sto dicendo: «O mi mandi qualcuno oppure debbo chiudere!».
Per ora non mi ha ancora risposto; quindi sto pubblicando ciò che la cara signora Laura ha inserito a suo tempo.