L’indotto della crisi

Qualche giorno fa un mio collaboratore mi ha presentato un suo “volontario” che avrà bisogno di un alloggio.

Il breve colloquio preliminare mi ha dato modo di definire subito “il soggetto richiedente”. Da quattro anni e mezzo non paga un affitto convenzionato col Comune a circa 200 euro mensili. Non riesce a trovare lavoro, ha in più, alle sue spalle, una famiglia sfasciata. Le sue figlie vivono con la madre. Negli stessi giorni un signore che mi ha impietosito, mi ha telefonato dicendomi che ha difficoltà a pagare l’affitto, benché i tre mesi precedenti glieli avessi pagati io.

Potrei continuare a presentare casi su casi.

In periodi di floridezza economica questi soggetti riuscivano a campare in qualche modo di espedienti. Ora non più. La crisi ha messo in difficoltà tante aziende, le quali han dovuto chiudere o tirare i cordoni facendo saltare quell’indotto di cui beneficiavano soggetti che in qualche modo campavano sull’efficienza di quelle aziende.

Chi mai, oggi, può assumere qualche soggetto che sia meno che valido? Per mangiare e vestire ancora si trova, ma per dormire è impossibile trovare un posto letto in città.

Avevamo proposto “La cittadella della solidarietà” che prevedeva anche un ostello per le varie gradazioni di povertà. Il progetto è fallito, soprattutto per l’indifferenza dei responsabili della carità della Chiesa veneziana. Ora, al primo incontro col nuovo Patriarca, riproporrò l’iniziativa come una esigenza prioritaria, sperando nel suo appoggio.

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