Credo di essere per costituzione e per formazione, oltre che per necessità contingenti, un uomo pragmatico e concreto, piuttosto che un mistico, seppur tendenziale. Molte volte ho confessato pubblicamente di preferire mille volte San Giacomo, che inchioda i discepoli del Signore alla carità concreta ed immediata, a San Giovanni che si lascia andare a discorsi tanto sublimi che talvolta mi appaiono perfino fumosi.
Stando così le cose del mio spirito, il meditare mi è stato sempre piuttosto difficile, spesso il pensiero parte da verità di ordine spirituale e poi prende strani sentieri che mi riportano ai miei problemi concreti che non ho ancora risolti. Quando mi scopro così lontano dalla rotta preordinata do un colpo di barra e per un po’ tengo la rotta, per poi ritrovarmi nel vasto mare della vita. Talvolta però ho la fortuna di imbattermi in una immagine o in una verità che mi affascina, allora tento di conquistarla ad ogni costo. Mi è capitato l’altra mattina che chi commentava un passo del Vangelo cominciò alla larga rifacendosi ad una sua recente esperienza concreta.
Aveva deciso di restaurare un vecchio mobile che aveva in casa, tentando di riportarlo allo stato di origine perchè nel tempo l’avevano più volte colorato, impasticciandolo.
Cominciò a sverniciare, passare con la carta vetrata, a raschiare finché riemerse il bel e caldo colore del larice di cui era fatto.
Concludendo che anche l’uomo, il cristiano talvolta ha bisogno di questo restauro radicale per tornare alla bellezza originale.
Il pensiero mi è parso valido; quanto non ho desiderato poter entrare nell’archivio di Dio per prendere visione di come il Creatore mi ha progettato per confrontare la mia vita al progetto originale. Certamente il progetto è più bello, ordinato, armonioso di come mi sono ridotto.
Se non farmi nuovo, almeno credo sia ancora possibile un restauro radicale per far emergere la bellezza dell’impianto originale.
Allora non c’è che a metter mano alla carta vetrata e allo sverniciatore!