Vacanze a tutti i costi

Ancora una volta quest’anno la gente, soprattutto le persone care che mi conoscono e mi vogliono bene, incontrandomi, mi han chiesto, quasi per istinto: «Don Armando, non si prende qualche giorno di vacanza?». Oppure qualcuno, ancora più condizionato dal costume del nostro tempo, mi ha domandato: «Dove va in vacanza quest’anno?», dando per certo e scontato che anch’io ci dovessi andare.

Questo mondo non cessa di sorprendermi per la sua illogicità. Da un lato il governo, parlamento, mass-media e perfino la Chiesa, tramite la stampa amica, non fan altro che terrorizzare informando sul crollo delle borse, sull’andamento poco favorevole dell’economia nazionale, europea e perfino degli Stati Uniti, tanto che ce li descrivono vicini al fallimento, e dall’altro lato Anas, Autostrade e servizi di polizia stradale ci informano e ci mettono in guardia e si mostrano preoccupati per l’esodo biblico di ferragosto. La televisione poi, con frequenti carrellate, ci mostrano delle spiagge talmente affollate di creature nude come vermi che, pigiate come sardine in scatola, si contendono qualche centimetro della sabbia della spiaggia.

Qualche pensatore e soprattutto i difensori della fede, danno per certo l’affermarsi delle religioni monoteiste, quasi esse rappresentino un segno dello sviluppo dell’intelligenza umana e della nostra civiltà. In realtà le cose non stanno proprio così. Mai come adesso imperano gli idoli, i miti e le mode. Queste tre componenti della società contemporanea schiavizzano ed impongono gravami pesantissimi ed assurdi al modo di pensare ed ai comportamenti dell’uomo di oggi.

Qualche settimana fa ho riportato sulla copertina de “L’incontro” l’immagine di una piccola chiesetta alpestre con la didascalia “O beata solitudine o sola beatitudine”, un motto della spiritualità benedettina. Voce che grida nel deserto! Oggi credo che dovrebbe tornare san Benedetto da Norcia per convincere i vacanzieri del 2011 della validità di questa massima.

Tanti anni fa la mia vecchia parrocchia di san Lorenzo possedeva un “Rifugio” vicino a Misurina, in una località bellissima, ma assolutamente isolata. Quando arrivavano i ragazzi dalla città, per i primi giorni sembravano disorientati e disturbati psicologicamente per il tanto silenzio e la mancanza di folla. Quasi per istinto si rifugiavano in un baretto vicino dove funzionava un vecchio jukebox che col suo gracchiare profanava la sacralità della valle. Soffrivano di crisi di astinenza da rumore e da folla.

Se andiamo avanti di questo passo il Sert dovrà offrire il metadone quando i “villeggianti” ritorneranno intossicati da folla e da rumore.

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