Quale futuro per la solidarietà cristiana che sembra non attrarre più i giovani?

C’è un problema che mi preoccupa a livello ecclesiale: non vedo all’orizzonte della vita ecclesiale l’arrivo di rinforzi in generale e, in particolare, nel settore della carità. Mi può far anche piacere che spesso i giornali locali si interessino delle mie imprese caritative, ma sarei molto più contento se ci fosse quasi una gara tra preti nel far di più e nel far meglio.

Io penso di essere un attento osservatore di ciò che avviene nel campo della solidarietà cristiana. Non dico che non ci sia nulla, perché ogni tanto mi capita di leggere che nella parrocchia della Gazzera ci si fa carico dei cristiani del Libano, che a Chirignago si ospitano dei profughi dell’Africa subsahariana, che a Catene si accolgono i bambini di Chernobil, che a Carpenedo c’è un bel gruppo di persone che aderiscono all’iniziativa delle adozioni a distanza, che riesce a portare degli aiuti consistenti per dare una cultura di base ai ragazzi e ai giovani di certe regioni dell’India, delle Filippine e dell’Africa; che nelle due parrocchie di viale San Marco, una è impegnata per finanziare l’ospedale di Wamba e l’altra raccoglie fondi per gli affamati del Sudan; che ad Altobello si fa funzionare una mensa per i poveri, ai Cappuccini un’altra e a San Lorenzo un’altra ancora. Tutto questo è molto bello, però mi pare che manchino i rincalzi del mondo dei giovani.

Un tempo c’era, a Mestre, un gruppo numeroso della gioventù francescana, un altro chiamato “gruppo del martedì” ed un altro ancora della San Vincenzo, tutti veramente impegnati sul fronte della carità, e dei giovani preti e frati che guidavano questi giovani generosi ed entusiasti. Ora ho l’impressione che le strutture caritative poggino soprattutto sugli anziani e il mondo giovanile sia piuttosto assente, facendo così mancare, da un lato l’entusiasmo e la passione tipica dei giovani, e dall’altro la speranza dei rincalzi e dei ricambi.

Io poi ero fino a poco tempo fa preoccupato di non vedere a chi lasciare i miei sogni e i miei progetti non ancora realizzati e che non riuscirò di certo a realizzare, ora però è arrivato don Gianni.

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