La gestazione de “L’incontro” è sempre faticosa e la sua nascita settimanale segue ad un lungo travaglio, anche se apre gli occhi alla luce di questo mondo nella tipografia dell’interrato del “don Vecchi” fra l’entusiasmo di un gruppo di vecchi scout.
L'”Incontro” costa, perché costa la carta, costano le matrici, l’inchiostro, l’inserimento nel computer, l’impaginazione e la diffusione. Il prezzo più alto però è quello del messaggio e dei contenuti; nessuno di noi vi opera per consumare carta, per farsi pubblicità o per riempire le pagine, ma c’è in tutti noi la speranza e la volontà di indicare un’angolatura opportuna per leggere gli eventi della nostra città, della Chiesa e della società in cui viviamo. Nessuno di noi vuole essere uomo di fronda o di rottura o di parte, ma tutti invece sogniamo di aiutare i concittadini a maturare valori civili e religiosi sani che aiutino a crescere in umanità per creare una città più solidale ed una religiosità più vera.
Il nostro sogno è quanto mai ambizioso per le nostre risorse; pure con umiltà, coraggio e libertà tentiamo ogni settimana di offrire il nostro piccolo contributo.
Al lunedì mattina lo staff di vecchi scout passa lietamente la mattinata stampando le cinquemila copie, al pomeriggio gli anziani del “don Vecchi” piegano il giornale ed immediatamente i “corrieri” portano in una sessantina di recapiti il nostro periodico.
La distribuzione assomiglia molto alla parabola del Vangelo in cui il seminatore sparge la semente con fiducia e generosità, non troppo preoccupato del terreno su cui cade; così è anche per “L’incontro”, che lo si può trovare in chiesa come al bar, in banca come in ospedale, dal giornalaio come alla Casa di riposo, in pasticceria come all’ipermercato, a Mestre o a Venezia o nei paesi dell’interland.
La nostra avventura vuol essere un gesto di fraternità ed un tentativo onesto di ripensare la vita e la fede in modo positivo!