La rete della distribuzione de “L’incontro” è un po’ complessa e rimane misteriosa anche per me che ne dovrei essere il responsabile.
Di sicuro ci sono alcuni volontari che ritirano e distribuiscono in punti fissi una certa quantità di copie; talvolta poi, quando s’accorgono che sono esaurite, ritornano per un supplemento. Ma quanti ne portano via mi sfugge totalmente. Una gran parte di copie sono ritirate dalla chiesa del cimitero anche da volonterosi sconosciuti e vengono distribuite nei luoghi più impensati, secondo criteri suggeriti dalla loro sensibilità religiosa.
Io mi sono riservato di portare “L’incontro” all’Ospedale dell’Angelo, un po’ perché la quantità è davvero considerevole ed un po’ perché, pur avendone l’autorizzazione scritta a farlo dalla direzione, non vorrei che nascessero difficoltà; motivo per cui, due volte la settimana, il lunedì e il venerdì, rifornisco l’espositore accanto alla cappella e ne metto nei banconi dei ballatoi al primo piano. Ogni settimana, quindi, porto svariate centinaia di copie de “L’incontro”, del quindicinale “Coraggio”, del mensile “Il sole sul nuovo giorno” e del volumetto per l’elaborazione del lutto.
Debbo confessare che questo servizio mi fa sentire un po’ missionario in terre lontane e nello stesso tempo, mi dà la gioia profonda di far giungere ai duemila concittadini che vi vivono dentro, un segno del ricordo affettuoso della comunità ed un soffio del messaggio di Gesù.
Alcuni giorni fa ho appreso dalla stampa che finalmente è stato nominato un sacerdote quale assistente dell’ospedale, che si unirà al piccolo staff costituito dal diacono, dalla suora, dagli accoliti e dai numerosi volontari di matrice cristiana. Mi auguro che si trovi un’intesa per una sinergia ed una collaborazione per cui la pastorale in ospedale si avvalga di tutte le componenti che già danno la loro opera preziosa, ma che forse renderebbero meglio e di più se trovassero il coordinamento necessario.
Io sarei ben felice di dare voce, mediante i nostri periodici, ad ognuna di queste componenti, in modo che la proposta di speranza e di consolazione che sgorga dal Vangelo possa raggiungere ogni paziente ed ogni operatore sanitario.