Quando facevo l’assistente religioso dell’AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), perché in quei tempi lontani insegnavo alle magistrali, ricordo che un docente di una delle moltissime lezioni che l’associazione organizzava per aggiornare i maestri, affermava che educare significa far emergere dalla personalità dei ragazzi quelle qualità positive che essi possedevano. L’ educatore doveva far prendere coscienza di queste sementi, curare la crescita dei germogli e fare da tutore perché essi crescessero dritti e robusti. In fondo c’è la legge di natura che regola questo meccanismo di crescita, essa vale per gli uomini, per gli animali e perfino per le piante. Se l’educatore non segue questa crescita in maniera decisa, con gli innesti opportuni e i necessari interventi, avremo delle creature selvagge, disordinate, improduttive e brutte da vedersi.
Da un paio di anni io sto addestrando un filare di oleandri a crescere ad alberello, perché solo così ci permettono di vedere lo splendido tappeto verde del prato che sta aldilà del filare delle piante di oleandro, e sono certo che riuscirò in questo intento!
Credo che in ogni settore della vita, dalla scuola alla società, dalla famiglia alla politica, servano educatori esperti, autorevoli e decisi, che inizino con un addestramento, proseguendo con un’opera di educazione e quindi di formazione, crescendo uomini veri e non selvaggi disordinati, irrequieti ed incapaci di vivere in una società ordinata e civile.
In questo momento storico credo che a livello familiare, scolastico, civile e politico, i preposti all’educazione siano incerti, poco decisi e senza idee chiare, cosicché nella scuola alligna il bullismo, nella fabbrica l’assenteismo e il disinteresse, nella società i no-globals e i centri sociali, in Parlamento le chiacchiere e nella famiglia il capriccio.
Quindi il problema è quello delle guide, che devono avere idee chiare e polso fermo, perché solo così è possibile creare una società migliore; chi rema sempre contro e chi non mantiene fermo il timone tradisce l’uomo e la società.