La dolce e fiduciosa cornice del primo mattino

Il primo pensiero, dopo il tormentato sonno notturno, mentre la sveglia non ha ancora smesso di suonare le cinque e trenta, è sempre lo stesso: “Signore aiutami”. Ogni giorno è per me un’avventura, ma anche nello stesso tempo una “battaglia”. Ora più che mai sono consapevole della mia fragilità.

Gli psicologi pare abbiano scoperto che la terza età è un tempo di portento e di meraviglia, io però rimango del parere dei nostri antichi romani, i quali avevano sentenziato “Senectus, ipsa morbus”, la vecchiaia è di per se stessa una malattia invalidante!

Segue alla preghiera del risveglio la pulizia personale e quindi la recita del breviario, per giungere alle 7, quando suor Teresa mi porta “Il Gazzettino” e mi scalda il caffelatte.

Recito il breviario nella stanzetta d’ingresso che mi fa da cucina e nello stesso tempo da salotto. Ora che è bella stagione tengo aperta la porta che si apre sulla piccola veranda, che ha il bordo del muretto tutto pieno di petunie multicolori ed una spalliera di gelsomino.

Talora, per preparare lo spirito alla lode del Signore, esco sulla veranda ad ammirare il cielo, a sentire la voce del silenzio, a vedere i merli in redingote nera e i gabbiani in bianco che passeggiano disinvolti e felici nel grande prato di levante. D’istinto mi vengono in mente le parole di Gesù: “Guardate gli uccelli dell’aria e i fiori del campo!” I primi vivono felici, pur non preoccupandosi troppo di che mangiare, i secondi vestono da re, senza andare in boutique!

Rientro quindi in casa per la preghiera del mattino, di mezzogiorno e della sera, al Signore dico tutto d’un fiato la mia riconoscenza, la mia fiducia e il mio abbandono in Lui. Mentre prego, il ciclamino profuma ed accompagna in cielo il tutto, anche quando leggo vecchie storie di guerra e di sangue, intrighi, soprusi e malefatte di tempi lontani; anche quando ripeto le parole di un piccolo popolo che si credeva al centro del mondo e che spesso tentava di ricattare anche il Signore.

Alle sette e venti esco per andare nella mia cattedrale tra i cipressi, ove la cornice è più seria, ma non meno dolce e fiduciosa.

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