L’ostensione della sindone ha richiamato a Torino ben due milioni di persone: un evento religioso di notevole importanza. Il fatto però che la sindone venga mostrata non continuamente, ma in tempi limitati e a distanza di anni, e che lo si faccia precedendola con un notevole battage pubblicitario, mi mette la pulce nell’orecchio che o la Chiesa torinese o la città, o tutte e due assieme, facciano dell’ostensione un certo business. Questo non mi esalterebbe proprio molto!
Comunque, pur allontanando questo sospetto, debbo confessare di non essare molto interessato a questo lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo di Cristo e in esso sarebbero rimaste impresse le sembianze fisiche del Figlio di Dio. Ciò che si vede è molto poco, si vede solamente il negativo e quindi l’immagine emerge artificiosamente e riporta dei tratti sommari. Io preferisco di gran lunga l’immagine che la mia fantasia e il mio amore m’hanno aiutato a comporre partendo dai dati certi fornitimi dal Vangelo.
Il giorno del “Corpus Domini”, in cui si celebra l’umanità di Cristo, ho citato qualcuna delle indicazioni fornitemi dalla “tavolozza evangelica”. Gesù fu uomo di fascino straordinario, ne sono testimoni critici: la donna che non sa trattenersi dall’esprimere il suo entusiasmo quando, di fronte a tutti grida “beato il grembo che ti ha portato e il seno che hai succhiato”; la Maddalena, che di fronte a tutti gli lava letteralmente i piedi e glieli asciuga con i suoi capelli; Maria, la sorella di Lazzaro che rimane estasiata a bocca aperta di fronte a Gesù; Tommaso che gli si butta ai piedi esclamando “Dio mio, Signor mio!” Per non citare poi la ricchezza profonda e calda dell’umanità di Cristo, analizzando il suo rapporto con i poveri, gli ammalati, la sua città, i peccatori e i suoi nemici!
Io preferisco di gran lunga “il mio Gesù”, come direbbe Franco Zeffirelli, il regista che ha fatto un film sulla vita del Messia. Non mi dispiace che di Cristo ci sia giunta che l’immagine sfuocata ed estremamente incompleta della sindone, perché solo così Gesù avrà l’aspetto umanamente affascinante che io e tutti riteniamo giusto dovergli dare.