Mi parrebbe di fare un torto alla “profetessa Anna”, la vecchia vedova ottantatreenne che, dopo la morte del marito, con cui aveva vissuto otto anni, passava tutto il tempo in “digiuni e preghiere”, così la descrive il Vangelo. Il discorso di Anna alla Vergine, un po’ amaro, un po’ lusinghiero, pur essendo onesto e realistico, non fu troppo incoraggiante. Comunque credo che Maria ne abbia tenuto conto e si sia preparata a stringere i denti nei momenti difficili e a rivolgersi con fiducia al Signore.
Se i vecchi in genere, e in particolare i genitori, preti ed educatori parlassero con più franchezza ed onestà ai giovani, forse li aiuterebbero ad essere più agguerriti e più resistenti nei momenti delle difficoltà.
Le nuove generazioni, che non hanno sofferto i disagi della guerra e della miseria e che “hanno avuto tutto”, come dice la gente, sono indifese, fragili, disorientate di fronte alle prove e troppo spesso fuggono, si disperano, falliscono e s’arrendono.
Anna è forse troppo dura quando predice che la spada trapasserà il cuore a Maria, comunque il risultato è stato quanto mai positivo.
L’inno sacro descrive così Maria sotto il patibolo del figlio : “Stabat mater dolorosa!”. Quanta dignità, quanto coraggio, quanta forza interiore. Tutto questo può nascere solamente quando gli educatori sono onesti e coraggiosi, cosa che pare quasi scomparsa dalla scena del nostro mondo. Insegnanti, preti, giudici, educatori, politici, per aver consenso a poco prezzo e per non aver noie, favoriscono con la loro ignavia il crescere di una generazione di bulli, di debosciati, di bamboccioni, drogati.
Non so se nei collegi inglesi si adoperi ancora la verga, comunque da noi dovrebbe essere introdotta per legge.
Quando io frequentavo le elementari, le mamme portavano alla maestra dei rami freschi d’albero perché, se era il caso, punissero i loro figli. Queste mamme hanno cresciuto uomini. Ora, che per una parola poco dolce, le mamme ricorrono ai giudici, sta crescendo una generazione di ribelli e di violenti.