Sull’integralismo cattolico

L’integralismo cattolico è per me esattamente il rovescio della medaglia del radicalismo.

I radicali, in nome della libertà assoluta e secondo loro di una religiosità sostanziale, combattono con un accanimento degno di una miglior causa, ogni regola ed ogni istituzione, soprattutto quella religiosa, che si rifà a dei principi assoluti ai quali ogni società ben ordinata e sana deve riferirsi.

Tutti i santi padri, del radicalismo italiano, che trovano in Pannella, la Bonino e la loro piccola congrega alla quale il Partito Democratico, con infinita stoltezza, ha fornito pulpito e denaro e che hanno trovato in Zapatero, degno erede dei massacratori di preti di monache, un modello politico, predicano da mane a sera contro la scuola cristiana, contro la chiesa, contro la morale, contro il Papa ed ogni istituzione che proponga moralità. Però il rovescio di questa miseranda medaglia è altrettanto deludente e disumano, anche se apparentemente si rifà ai dogmi cristiani.

Mi riferisco all’integralismo religioso, movimento di pensiero e di comportamento che in questo momento storico alligna nella chiesa quanto il radicalismo nella società. Credo, sempre a mio modesto parere, che sia altrettanto disumano e deleterio quanto il suo opposto.

Il clericalismo è certamente una malattia cristiana, ma è curabile, l’integralismo credo invece sia un male devastante che distrugge l’anima cristiana.

Il purismo, per cui sono cristiani solamente quelli che sono totalmente “allineati e coperti”, che appartengono e frequentano solamente i “nostri”, si adeguano in maniera assoluta alla prassi, ai canoni, alle encicliche, alle norme liturgiche, credo sia una degenerazione cristiana, che pretende di buttare fuori dal corpo della chiesa, ma soprattutto dal cuore di Dio, l’ottanta, il novanta per cento dei battezzati che non sono regolarmente praticanti.

In questi giorni ho letto un articolo di un giovane prete che mi ha fatto venire i brividi tanto lo sentivo lontano dal Cristo della Maddalena, della Samaritana, di Tommaso e di Pietro e soprattutto di quel Cristo venuto per i peccatori non per i giusti!

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