Un signore notevolmente preoccupato per la sua salute, temeva, per certi sintomi, di essere colpito da un tumore, chiese al medico che cosa ne pensava della sua preoccupazione.
L’oncologo, evidentemente dovendo contare solamente sugli elementi sommari riferiti dal paziente, forse per prendere tempo rispose al paziente in ansia: “Forse sì, forse no!”
Quando questa persona mi raccontò, un po’ stizzito ed un po’ deluso, la risposta salomonica del medico, per associazione di idee mi venne in mente la pagina del Collodi, in cui lo speziale dà una diagnosi un po’ simile: “Se non è vivo è certamente morto” poi quasi per riconfermare ciò che aveva detto soggiunse altrettanto salomonicamente “Se non è morto è vivo!”
Discorsi del genere sembrano battute di carattere letterario, suggerite da un certo humour. Poi ho pensato alla prima risposta “Forse sì, forse no” e mi è parsa prima che prudente, molto saggia.
Ai nostri giorni pretendiamo risposte immediate, precise e perentorie, come se fossero sempre possibili e come se da tali risposte i problemi trovassero soluzione.
Non ci rendiamo conto, stupidamente, che non serve a nulla cercare in dettaglio quello che sarà, ciò ci carica fin da subito del peso di una sentenza amara, o ci offre un’illusione pericolosa. Tutto quello che è importante fare è affidarsi al Signore. “Forse sì, forse no” mi da il tempo di vivere nella quiete e predisporre il mio animo a fare la volontà di Dio che comunque è sempre il meglio per noi.
Dice l’antica massima: “Ogni giorno ha la sua pena”; non è certamente saggio caricarmi anche di quella del giorno dopo, o nascondere la testa sotto la sabbia, forse è più sapiente procrastinare scelte, dolori o esultanze a tempo debito perché in quel tempo il Signore ha già provveduto a darci l’aiuto necessario.