Ci sono certi fatti che si incidono particolarmente nella mia coscienza, pare quasi che essi siano stati segnati con timbro rovente nel mio sentire, tanto da non riuscire a liberarmene per tanto tempo.
Lo scorso anno ha ascoltato e visto alla televisioni il dibattito sulla esistenza di Dio che il nostro Patriarca ebbe con Scalfari a Cortina.
In quell’occasione Scalfari è stato impietoso, arrogante, privo di ogni sensibilità umana e con affondi impietosi ha messo in grave difficoltà il nostro Patriarca il quale non aveva purtroppo avvertito che non avrebbe potuto duellare ad armi pari con Scalfari. Il Patriarca, cattedratico, solito a muoversi in ambienti rispettosi e con un denominatore comune a livello culturale, quello della fede o perlomeno di una cultura fondamentalmente cristiana.
Lui, Scalfari, invece il giornalista di successo supportato da una cultura marxista e laica ancora largamente presente nel Paese che ha sempre gratuitamente coltivato la presunzione di rappresentare la verità, il domani, e perché no, il sole dell’avvenire. In questi abbondanti avanzi del marxismo sconfitto dalla storia, permane nonostante l’assoluto fallimento storico, questa arrogante e gratuita presunzione.
In questi giorni con l’uscita del volume di Scalfari, che una volta ancora dichiara con sicurezza e sarcasmo, con argomenti arcaici ed assolutamente minoritari nella storia del pensiero umano, il suo ateismo, giudicando con sprezzante sicurezza gli uomini di fede, mi si è riaperta la ferita! Io non so se sento più pietà che ribrezzo per questa gente, comunque sono convinto che vada trattato come si merita.
E’ ora di finirla con i complessi di inferiorità, di soggezione o di pietà. Il popolo italiano ha capito ed ha manifestato con voto certo e palese la disistima per gente del genere.
Mi spiace tanto, che purtroppo, nonostante tante dichiarazioni, in realtà anche Veltroni, compagni e caudatari continuino a seguire la stessa strada.