Le nuove norme antismog hanno creato grosse difficoltà di carattere finanziario legate alla gestione dei furgoni utilizzati per la raccolta e la distribuzione dei mobili, dei generi alimentari, della frutta e della verdura e degli indumenti a favore dei poveri. Suddetti mezzi, di proprietà della Fondazione Carpinetum, che sono stati messi a disposizione dall’associazione Il Prossimo in comodato d’uso, sono molti, ma purtroppo vecchi.
Sono sei furgoni grandi, bianchi con la scritta rossa, molto evidente, “Servizio per i poveri”, che essendo stati acquistati usati, oggi sono piuttosto datati. Il furgone frigorifero indispensabile per il trasporto dei generi alimentari congelati non è più fruibile perché non è conforme alle nuove norme del traffico, che sono assai restrittive. Pertanto, è stato assolutamente necessario acquistarne un altro, ancora una volta usato, visti i costi proibitivi di un mezzo nuovo. Servivano euro 17.500, una somma quanto mai consistente, dati gli attuali impegni finanziari della Fondazione, e siamo ricorsi a un prestito, che speriamo di saldare con l’aiuto di qualche anima buona. D’altro canto, se vogliamo dare un servizio serio e consistente ai concittadini in difficoltà, abbiamo assolutamente bisogno di un’organizzazione efficiente che purtroppo però ha costi ragguardevoli. Tuttavia, nonostante le difficoltà di reperire un volontariato serio ed efficiente, la nostra organizzazione di raccolta e distribuzione è in assoluto la più valida, non solo a Mestre, ma nell’intera Regione.
Termino queste confidenze amichevoli confessando di avere nel cuore un’amarezza e una speranza: l’amarezza è che a Mestre ci siano organizzazioni, che fanno affari usando mezzi di trasporto che scimmiottano i nostri e che spesso si avvalgono del mio nome e di quello dei poveri per carpire la fiducia dei concittadini. La speranza, invece, è che l’anno prossimo nasca, in quel degli Arzeroni, una struttura di carattere solidale che riprende i criteri e le logiche dei supermercati, pur perseguendo nella sostanza finalità che si rifanno totalmente alla carità cristiana. Spero quindi che, alla fine dell’anno prossimo, avrò la gioia e la soddisfazione di consegnare in eredità i nostri sogni e i nostri tentativi di porre in atto iniziative di carattere solidale. I nostri progetti, superato il concetto ottocentesco di beneficenza, si rifanno ai concetti più avanzati di condivisione, di solidarietà che diventano contributi reali ed esaustivi a favore dei fratelli più fragili.
Mi auguro anche di poter vedere la struttura, assolutamente innovativa che darà volto e vita a un nuovo modo di concepire e realizzare la carità cristiana.