Da “COMUNITÀ E SERVIZIO” – 20 maggio 2018
settimanale della parrocchia San Giuseppe di viale San Marco
Da quando ho iniziato questa rassegna stampa, mosso dalla convinzione che sia quanto mai utile che i vari parroci della nostra città conoscano il pensiero e le iniziative dei colleghi, ho quasi sempre pubblicato l’articolo di fondo di don Natalino, parroco di questa comunità, perché lo ritenevo, e lo ritengo tuttora, intelligente e rispondente alle problematiche del nostro tempo. Lo faccio anche questa settimana, sebbene tale articolo contenga una stroncatura espressa con irrisione e sarcasmo nei miei riguardi, sia come persona che come sacerdote. Lo faccio anche perché chi mi manifesta stima e affetto conosca pure gli aspetti oscuri e negativi che don Natalino ha scoperto e denunciato alla città. Penso che questa mia scelta gli faccia piacere e la condivida.
Il giudizio negativo e senza appello di questo mio collega mi porta a concludere o che il confrontarsi tra parroci non è un problema, o che la nostra Chiesa non è ancora matura a questo confronto, o soprattutto che io non sono la persona più adatta a portare avanti questo discorso. E perciò mi pare doveroso farmi da parte e concludere questo mio tentativo.
don Armando
UNA TORRE DI SABBIA
di don Natalino
«C’è un tempo per tacere e un tempo per parlare» – insegna il buon Qoelet (3,7). È certo che al tuttologo ne basta metà. Non fa che parlare o scrivere di qualsiasi argomento, senza aver bisogno di tempo per documentarsi, confrontarsi, ascoltare e pure riflettere. Sa già, sa già e ci tiene a ribadirlo di continuo. Ogni occasione diventa buona: un incontro tra amici e colleghi, un intervento a braccio in pubblico, magari una bella intervista ogni tanto e poi l’immancabile blog: lì spadroneggia alla grande e spesso senza freni.
In abito talare il tuttologo diventa ancora più raffinato: affabile e suadente nei modi, tagliente e talora sgarbato nei giudizi, non gli par vero di confermare i suoi (vecchi) cavalli di battaglia. In fondo, non succede nulla di nuovo sotto il sole: lui già sapeva da un pezzo come vanno le cose e ora te lo dice. Gli piace evidenziare i grandi numeri, perché in fondo si riconosce nell’esibire il muscolarismo pastorale. In definitiva, nulla lo sorprende perché non ha nulla da imparare: commentando la cronaca non fa che raccontare se stesso e perciò riplasma i fatti a suo uso e consumo. Insomma un genio delle fake news, pur non masticando l’inglese.
Ogni riferimento va a scritti e persone reali, ma non ce l’ho con nessuno in particolare. Semplicemente mi diverto a tratteggiare la caricatura di qualche Solone, che dall’alto pontifica sulla città e sulle parrocchie. In fondo, basta una bella risata per invitarlo a scendere dalla torre di Babele e fargli scoprire che è di sabbia, non certo d’avorio.