Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 4 febbraio 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco e Santa Maddalena di Oriago
Anche questa settimana il periodico esce elegante con una bellissima foto in prima di copertina con la figura di Cristo che abbraccia un giovane e con accanto una bella preghiera a Dio Padre.
Il pezzo forte del periodico è, come sempre, contenuto nella rubrica del parroco, don Cristiano Bobbo: “Lungo il fiume, pensieri in libertà di un parroco della Riviera”. E’ esemplare che questo giovane parroco, nonostante abbia la cura pastorale di ben tre parrocchie, riesca a dedicare tempo a queste riflessioni che di certo buttano un ponte sul cuore e sulla coscienza dei suoi numerosissimi parrocchiani che possono godere di una testimonianza così intensa, generosa e coraggiosa a servizio della propria comunità.
Il giornale dedica ampio spazio alla cronaca e agli appuntamenti di routine legati al tempo liturgico, però non trascura argomenti che meritano un approfondimento particolare quali la scelta dell’ora di religione a scuola, la testimonianza di S.Benedetto e di Santa Scolastica e la Giornata per la vita.
don Armando
LUNGO IL FIUME
Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo
Larghi orizzonti
Le persone mi chiedono spesso: “Come va con tre parrocchie?”. Molti sono desiderosi dì sapere se questo povero prete riesca a cavarsela da solo dentro una prospettiva tanto ampia e impegnativa nella quale è stato collocato in seguito alla recente configurazione pastorale delle nostre parrocchie, chiamate a formare un’unica Collaborazione. In realtà non sono solo: con me c’è don Emilio che, è il caso di dirlo, sta vivendo la stagione di una rinnovata giovinezza che gli permette di essere sempre presente con generosità e vero spirito sacerdotale, ovunque ci sia bisogno del suo ministero; c’è poi don Giuseppe che garantisce fedelmente il servizio nella parrocchia di Ca’ Sabbioni, presidiando, con la sua presenza, questa porzione più decentrata della Collaborazione pastorale; c’è don Francis, il sacerdote nigeriano, in Italia per motivi di studio, che aiuta le nostre parrocchie nel servizio liturgico; c’è il diacono don Gianluca, che fra poco diventerà sacerdote, che trascorre già alcuni giorni della settimana nella nostra Comunità, dedicandovi con gioia il suo ministero. Ci sono tutte le persone che, nelle singole realtà, continuano a svolgere le più diverse mansioni nei molteplici settori pastorali: un vero esercito, impegnato su tutti i fronti, per assicurare vitalità, corresponsabilità ed efficacia alla nostra missione. E poi, prima di tutto, e, soprattutto, c’è Dio che ha pensato bene ogni cosa, anche in questo tempo della mia vita! E, allora, che cosa mi manca? Non farei nulla se cominciassi a lamentarmi per le piccole amarezze dell’esistenza, a elencare puntigliosamente tutto quello che non va in questa situazione, nella Chiesa, nel mondo. Lo sguardo sarebbe sempre proteso ai puntini neri che costellano l’orizzonte della vita. Col rischio di non accorgermi del tanto, anzi, dell’immenso splendore che c’è nelle anime, dell’amore che in ogni istante è nascostamente donato, della bontà, della giustizia, della verità che pure popolano i nostri giorni e la nostra terra. Certo, non chiudo gli occhi sulle difficoltà o sulle cose che non vanno e neppure assumo a priori un ottimismo di maniera, perché il male esiste ed è sempre attivo. Ma mi sforzo di non fare mai prevalere il pessimismo perché l’orizzonte dei miei passi torni sempre limpido e ricco di speranza.
Silenzio
È ormai notte fonda mentre scrivo queste righe. Fuori dalle finestre della canonica la distesa di campi è immersa in un assoluto silenzio, sotto il velo leggero della foschia e dell’oscurità gelida dell’inverno. Il sonno sta inviando i suoi legittimi appelli dopo una giornata intensa e particolarmente lunga, ma non riesce ancora ad addormentare il cuore e la mente che si consegnano al pensiero di quanti oggi sono usciti di casa, forse per obbligo di lavoro, forse soltanto per distrarsi, pur di non restare da soli con se stessi. Certo, non è facile rimanere in silenzio e ascoltare ciò che il cuore sussurra e la coscienza rimprovera. Ma ancor più diffìcile è aspettare: sapere, cioè, che la nostra vita può avere una chiamata a una scelta diversa oppure immaginare un progetto nuovo di esistenza. Tuttavia la cosa più ardua e la più esaltante è proprio il silenzio. È nel silenzio che Dio si rivela, è lì che il mistero si schiude, è lì che la meta della vita si delinea. Immersi tutto il giorno in una fiumana di parole, dì suoni e di rumori, coinvolti in incontri e in scontri, non sappiamo più decifrare il linguaggio del silenzio che è lo stesso linguaggio della fede. Forse, in qualche altra casa, al di là dell’immota distesa dei campi, c’è qualcuno che si lascia provocare dal silenzio di questa notte…
Le sorprese della vita
Siamo ancora nei primi giorni del nuovo anno. Si sono spenti gli auguri, ma forse si è già raffreddata anche la nostra attesa di qualcosa di diverso per la nostra vita. Tutto sarà come prima, con lo stesso paesaggio modesto, gli stessi atti ripetuti e sempre identici? Voglio continuare a credere che la vita è carica di sorprese. Chiedo a Dio di darmi la gioia di mettermi nuovamente in cammino alla ricerca delle sue meraviglie. Di mettermi accanto compagni di strada che desiderano attendere, cercare, sperare e non rinchiudersi nella pigrizia o nello scoraggiamento per non perdere le tante sorprese che la vita continua a donarci.