Da “LA VOCE DELLA RIVIERA” – 17 dicembre 2017
settimanale delle parrocchie di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco di Oriago
Ancora una volta sento il bisogno di presentare la rubrica del parroco, don Cristiano, “Lungo il fiume – pensieri in libertà”, per la sua calda umanità, ma soprattutto per la sua “unzione religiosa”. E’ caratteristica di questo parroco la tensione al trascendente ed un certo rigorismo morale, comunque don Cristiano è veramente ammirevole per il suo zelo pastorale e la sua vita ascetica.
Non credo opportuno commentare in maniera specifica i tre brani perché spero che i lettori scoprano da sé le caratteristiche suaccennate.
La pagina della cronaca “Le tre campane”, è densa di incontri e iniziative, io ne indico solamente una particolarmente significativa: “Il piccolo coro”.
don Armando
Lungo il fiume
Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo
Volti luminosi
Talvolta, dopo la Santa Messa, mi fermo a guardare le persone che escono dalla chiesa e le fisso sul volto per vedere se riesco a notare un accenno di stupore, un sussulto di gioia incontenibile, un guizzo di carità che corre a donarsi per non spegnersi: e spesso resto deluso. Probabilmente anche il mio volto può apparire opaco e inespressivo nonostante la celebrazione quotidiana della S. Messa e la preghiera che caratterizza la mia giornata! Forse le nostre liturgie hanno perso l’orizzonte della trascendenza riducendosi a momenti di incontri fraterni dove prevale la dimensione orizzontale dello stare insieme riducendo Dio a pretesto.
I santi ci insegnano, invece, che è solo quando si leva il capo verso l’alto, quando si sta in silenzio, quando si scopre il gusto della meditazione che affiora la gioia, che il cuore si riempie di luce incontenibile. È solo per questa via che la grazia divina appare e s’irradia in noi e la pace penetra nel cuore. Se ci accontentiamo di strette di mano, di saluti a destra e a manca, di chiacchiere d’ogni tipo prima, dopo e durante la S. Messa, tutto resterà come prima nella nostra vita e uscire di chiesa avrà lo stesso effetto di una passeggiata tra i banchi del mercato.
Mosche bianche?
Sembra sempre più difficile ai nostri giorni resistere alla tentazione e conservare con coerenza le proprie convinzioni soprattutto nelle scelte legate al comportamento morale e alla sfera affettiva. Quando parlo ai giovani della via della purezza e della castità, non di rado mi sento rispondere che la proposta è bella ma difficilmente praticabile perché, quando si mettono in atto questi valori, ci si sente come delle mosche bianche in mezzo ad un mondo di coetanei che la pensano e agiscono diversamente.
A volte vorrei gridare a tanti giovani: «Svegliatevi! Non vi accorgete che la mentalità di questo mondo vi vuole schiavi, incapaci di reagire, di pensare e scegliere con la vostra testa? Non vi accorgete che vi costringe a fare tutti le stesse cose? Non fatevi mai ingannare dalla facile costatazione “lo fanno quasi tutti”. La verità non dipende dal numero di persone che la sostengono, ma da quello che essa è.
Provate a custodire la purezza del cuore e del corpo, non lasciatevi ingannare!». Che sia difficile è vero, ma proprio per questo va cercata anche con la fatica, anche oltre numerose cadute, da cui col perdono di Dio ci si può rialzare.
Sostenere i sacerdoti
Un signore mi ha raccontato di venire da una famiglia che ha sempre criticato i sacerdoti. Da quando era piccolo, suo padre, e tutti in casa, criticavano e dicevano: «Questi preti sono dei donnaioli, e hanno più soldi di noi. E sono questo, e sono quello», e anche lui per molti anni aveva ripetuto le stesse cose e si era sempre tenuto a debita distanza dalla Chiesa, limitandosi ad osservarla e giudicarla dal di fuori. Poi, sposando sua moglie, aveva ripreso di tanto in tanto a frequentare la chiesa e la Messa nelle grandi occasioni. Fino a quando, dopo aver aperto il suo cuore ad un sacerdote nel sacramento della confessione in un momento di difficoltà, ha avuto la possibilità di riacquistare la pace e la gioia del cuore che pensava irrimediabilmente perdute. Ora testimonia a tutti che la sua vita è cambiata grazie all’incontro con quel prete che gli ha permesso di riavvicinarsi a Dio.
In questo tempo in cui è più facile ascoltare critiche piuttosto che encomi rivolti ai sacerdoti, sono stato contento di aver avuto questa bella testimonianza, a riprova del fatto che molto spesso è facile credersi un dio e dare giudizi impietosi su tutto e su tutti, preti compresi. Ma ci si dimentica che i sacerdoti sono pur sempre dei consacrati del Signore, nonostante siano essi stessi fatti di carne, e la santità è loro data a beneficio delle comunità in cui li ha posti come dono.
E le comunità hanno il dovere di pregare per loro, d’amarli e sostenerli. E quando un sacerdote cade, è bene ricordare che sarà anche la stessa comunità alla quale fu affidato a rispondere della sua santità.
IL PICCOLO CORO AL REPARTO DI PEDIATRIA
Natale, a partire dal dono più grande, che è la nascita di Gesù, è da sempre la festa dei regali.
Il regalo accende la gioia e la riconoscenza del cuore, soprattutto in chi ha particolarmente bisogno di amore e di consolazione. È con questo spirito che il Piccolo coro dei bambini della chiesa di S. Maria Maddalena si recherà nel pomeriggio di Lunedì 18 Dicembre al reparto di pediatria dell’ospedale di Dolo per offrire a tutti i loro amici ricoverati, ai familiari e al personale sanitario, l’augurio in canto di un Natale sereno.