Da “SAN NICOLO’ E SAN MARCO – 10 dicembre 2017

Da “SAN NICOLO’ E SAN MARCO – 10 dicembre 2017
settimanale delle parrocchie omonime di Mira

Il periodico si apre con un bellissimo “pezzo” in prima pagina, su “l’Attesa”, l’attesa del Natale. Nella rubrica, tenuta dal parroco don Gino, è riportata una lunga riflessione del filosofo Massimo Cacciari che, con parole sferzanti, rimprovera i cristiani di non riflettere sufficientemente sul grande mistero di Dio fattosi uomo e di non testimoniare apertamente e con coerenza e coraggio i misteri cristiani.

La seconda riflessione è dedicata, sempre dal parroco, all’apertura dei centri commerciali durante le festività, e condanna in maniera aperta i responsabili che finiscono per privare i dipendenti di un minimo di vita famigliare e religiosa.

don Armando

Attesa

Dio
tu hai scelto di farti attendere
tutto il tempo di un Avvento,
lo non amo attendere.
Non amo attendere nelle file.
Non amo attendere il mio turno.
Non amo attendere il treno.

Non amo attendere
prima di giudicare.
Non amo attendere
il momento opportuno.

Ma tu, o Dio, tu hai scelto
di farti attendere il tempo di
tutto un Avvento.
Perché tu hai fatto dell’attesa,
lo spazio della conversione,
il faccia a faccia con ciò
che è nascosto.

Perché solo l’attesa
desta l’attenzione
e solo l’attenzione
è capace di amare.

Tu sei già nell’attesa
e per te, Dio, attendere
si coniuga con il verbo pregare.

(J. Debruynne)

 

Appunti… di don Gino

IL NATALE DEL FILOSOFO NON CREDENTE

Massimo Cacciari, filosofo non credente, ha rilasciato, in questi giorni un’intervista sul Natale. In un crescendo stizzito di imprecazioni, di disgusto verso il Natale dei panettoni, della pubblicità, dei soldi che lo hanno ridotto ad una “festina”, della scuola che ha bandito il presepio e, aggiunge, dei parroci che hanno paura di celebrare la messa di mezzanotte, se la prende con i cristiani che “sono i primi ad aver abolito il Natale, con quella indifferenza che regna sovrana un po’ per tutti: laici e cattolici, “perché non riflettono, perché non fanno memoria di questa storia così sconvolgente: Dio si è fatto uomo.

Non Dio che stabilisce una relazione con gli uomini, ma Dio che viene sulla terra attraverso Cristo. Vertiginoso! Si è perso l’abc. La prima distinzione non è fra laico e cattolico, ma fra pensante e non pensante. Se uno pensa, si interroga, prima o poi viene affascinato dal cristianesimo, dal Dio che si fa uomo scandalizzando gli ebrei e l’islam. I cristiani arrischiano di essere servi sciocchi del nostro tempo. Il cristianesimo è una parte fondamentale del mio percorso, della mia vicenda, è qualcosa con cui mi confronto tutti i giorni. Il filosofo non può credere, non può accettare la lezione cristiana, però è inquieto e riflette. La ricerca a un certo punto si avvicina alla preghiera. Certo, il fedele è convinto che la sua preghiera sia ascoltata, il filosofo prega il nulla. Però resta stupefatto davanti al mistero. E lo assorbe, come ho fatto nel mio ultimo libro su Maria: “Generare Dio”. Pensi, una ragazzetta che è madre di Dio. Da non credere, anche per chi ci crede! La nostra società è anestetizzata, il Natale è diventato una tavoletta, una specie di raccontino edificante che spegne le inquietudini. Manca il brivido davanti ad una vicenda così grande, incommensurabile.” Parole che fanno riflettere noi cristiani. Come sempre, abbiamo un tesoro e non ce ne rendiamo conto. E’ curioso che ce lo facciano scoprire coloro che “sembrano” i lontani.

ANCHE IL GIORNO DI NATALE

I 3000 dipendenti di un grosso Centro Commerciale nel bergamasco hanno chiesto che venisse loro riconosciuto il diritto di passare il Natale con la loro famiglia. Gli è stato negato. Gli interessi economici vengono prima, e sono sacrosanti. Immagino che capiti così anche nei nostri Centri Commerciali che ormai ci circondano da ogni parte. Si troveranno, tra cristiani e laici, persone intelligenti che renderanno inutile l’apertura di questi centri durante il giorno di Natale, perché scelgono di andare a Messa, pranzare con la loro famiglia, stare insieme, nella loro casa con i figli, i nonni, i nipoti e gli amici?

Sarebbe un bel gesto che permetterebbe a tutti, il giorno di Natale, ma anche nelle altre feste importanti, che venga riconosciuto questo diritto fondamentale. Oppure siamo così pecoroni da seguire l’andazzo di tutti e affollare ancor di più, a Natale, questi centri commerciali, perché non sappiamo più trovare la gioia della casa, degli affetti, delle relazioni d’amicizia? Non siamo così ingenui: i centri commerciali rimangono aperti, e di conseguenza i commessi al lavoro, perché la richiesta è grande. Se manca questa il centro chiude il giorno di Natale! E’ sicuro!

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