Da “SEGNO DI UNITA'” – 5 novembre 2017

Da “SEGNO DI UNITA’” – 5 novembre 2017
settimanale della parrocchia di Santa Maria della Pace di Bissuola

E’ di certo tardiva la riflessione del signor Virgiglio sulla “Comunione dei Santi” e la Comunione dei Defunti. Spesso nelle nostre parrocchie si danne per scontate certe locuzioni che i preti usano nelle prediche o negli articoli dei fogli parrocchiali. Purtroppo invece cii sono certi termini che si continuano ad usare, ma che per la gran parte dei fedeli dicono niente o quasi niente. E’ quindi opportuna la “catechesi”, ossia la spiegazione dei contenuti, magari fatta in maniera un po’ più succinta di quanto si sia fatto in questo periodico.

don Armando

catechesi
LA COMUNIONE DEI SANTI
LA COMUNIONE DEI DEFUNTI

Preparando questo numero di Segno di Unità con don Liviano nei giorni precedenti le Festività dei Santi e dei Defunti, è emerso un dato che ci ha fatto riflettere. Proprio in queste settimane sono a zero le intenzioni di preghiera per i defunti, cioè la gente sempre più raramente fa celebrare la s. messa in suffragio dei propri cari scomparsi e tanto più sorprende nei giorni in cui i cimiteri si riempiono di persone che vanno a porre fiori e accendere lumini.

Ci siamo chiesti: quanti vanno per pregare? Accettiamo il fatto che, come per Natale e Pasqua è consuetudine farsi vedere in chiesa, andar per cimiteri in questo periodo fa parte più della tradizione che di una consapevole convinzione che anche in questa vita, il cristiano è in comunione con i defunti.

Allora don Liviano ha preso in mano il Catechismo della Chiesa Cattolica ed ha individuato due punti in cui si parla in rapida successione, della Comunione dei Santi e della Comunione dei Defunti.

Sono termini che ci sono familiari oppure richiamano alla mente – per gli anziani, se va bene -concetti confusi che si perdono nella notte dei tempi (catechismo delle elementari, formule imparate a memoria), mentre per i giovani appartengono al “mai sentito prima d’ora”? Forse non ce ne accorgiamo neppure, ma fanno parte del Credo che recitiamo ogni domenica a messa: Credo la Santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi…, cioè queste affermazioni fanno parte della nostra continua professione di Fede, per la quale crediamo che, in forza dello Spirito Santo c’è una Comunione di beni spirituali. Per questo la mia preghiera non è un fatto personale, ma comunitario anche quando mi rivolgo a Dio nell’intimità dei miei pensieri. Riportiamo i due paragrafi dal suddetto Catechismo (nn. 957-958).

957 – La comunione con i santi. « Non veneriamo la memoria dei santi solo a titolo d’esempio, ma più ancora perché l’unione di tutta la Chiesa nello Spirito sia consolidata dall’esercizio della fraterna carità. Poiché come la cristiana comunione tra coloro che sono in cammino ci porta più vicino a Cristo, così la comunione con i santi ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso popolo di Dio »: «Noi adoriamo Cristo quale Figlio di Dio, mentre ai martiri siamo giustamente devoti in quanto discepoli e imitatori del Signore e per la loro suprema fedeltà verso il loro Re e Maestro; e sia

dato anche a noi di farci loro compagni e condiscepoli ».

958- La comunione con i defunti. « La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché “santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati” (2 Mac 12,46), ha offerto per loro anche i suoi suffragi ».519 La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore.

Durante una udienza del mercoledì (30 ottobre 2013) papa Francesco ha incentrato la sua catechesi sul significato della Comunione dei Santi intesa come comunione di persone sante: «una verità tra le più consolanti della nostra fede, poiché ci ricorda che non siamo soli ma esiste una comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo». I santi, in questa espressione, non sono solo quelli canonizzati o coloro che praticano le virtù in un grado eroico. Sono tutti «coloro che credono nel Signore Gesù e sono incorporati a Lui nella Chiesa mediante il Battesimo. Per questo ì primi cristiani erano chiamati anche “i santi”».

Francesco annota come la comunione dei santi debba essere particolarmente ricordata quando si commemorano i defunti. Infatti «la comunione dei santi va al di là della vita terrena, va oltre la morte e dura per sempre». Alla fine, il carattere distintivo del cristiano è questo: crede che la comunione con le persone che ha incontrato e che gli sono care, e con tutta la Chiesa «va al di là e continua nell’altra vita; è una unione spirituale che nasce dal Battesimo e non viene spezzata dalla morte, ma, grazie a Cristo risorto, è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna». È quindi quasi superfluo, dopo queste considerazioni rilevare l’importanza della preghiera per i defunti. Essa non è soltanto un mezzo per chiedere al Signore la salvezza per i nostri cari che ci hanno “preceduto con il segno della fede e che dormono il sonno della pace”, ma una potente richiesta di aiuto perché essi intercedano per noi presso Dio.

Pregare per i defunti ci fa veramente sentire in comunione con loro. Non è un rapporto con fantasmi o spiriti inquieti. Essi sono al cospetto di Dio, questo ci deve riempire di speranza.

Virgiglio

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