Da “SAN NICOLO’ – SAN MARCO!” – 15 ottobre 2017

Da “SAN NICOLO’ – SAN MARCO!”
comunità cristiana di Mira – 15 ottobre 2017

Oltre ad una fitta agenda di incontri per le età, le categorie ed i motivi più diversi c’è da consultare, per chi è interessato, il sito internet www.sannicolosanmarco.it. Ci sono i soliti appunti di don Gino, come sempre interessanti e soprattutto esemplari per i parroci che desiderano avere un rapporto confidenziale col proprio “pastore”.

 

Appunti… di don Gino

IL CUSCINO

Messa con il cuscino per i ragazzi di prima superiore. Non per dormire evidentemente. Sabato sera ho consegnato un cuscino a questi ragazzi perché lo pongano sopra il letto e, alla sera, prima di toglierlo, si ricordino di fare una preghiera per ringraziare il Signore della giornata che finisce. Insieme al cuscino ho consegnato anche un libretto con le letture della Messa quotidiana perché trovino un piccolo spazio per leggere almeno il brano del Vangelo.
Accanto a questi due “segni” ho consegnato anche l’impegno della Messa del sabato sera e l’appuntamento del Venerdì sera per l’incontro di gruppo. Sono questi i quattro pilastri che possono sostenere il cammino di vita cristiana da condividere con i loro amici in parrocchia. Piccole cose che però possono diventare fondamentali se si vuole costruire qualcosa di solido e scoprire la bellezza e la gioia di una vita cristiana che, a piccoli passi, possa condurli ad un vero incontro con il Signore.

LA SOLITUDINE

La morte, quando entra nelle nostre famiglie e porta via una persona cara, getta sulle spalle il peso durissimo della solitudine che, spesso, si trasforma in paura, angoscia e tristezza. E’ la sera il momento più difficile e tante persone, aprendosi alla confidenza, raccontano quanto è difficile perdere il compagno o la compagna di un’intera vita. Anche la solitudine va affrontata facendo leva sulla bellezza dei legami della famiglia e delle amicizie che, nel corso degli anni, hanno reso bello e prezioso un rapporto d’amore e di vicinanza che la morte non riesce a spazzare via. La solitudine poi va riempita di cose belle.
Non serve a niente chiudersi e piangersi addosso. Il tempo della solitudine può diventare il tempo della carità, del volontariato, del dono di sé. Ma per riempire totalmente la solitudine c’è la preghiera, l’unione con il Signore che diventa unione anche con i propri cari che sono ormai nella comunione con il Signore, in attesa di potersi ritrovare in questo amore che va al di là della morte. La vita ha senso anche quando arriva il momento del distacco.

RIMPIANTI

“Che cosa dovevo fare ancora che non abbia fatto?”. E’ la domanda che il Signore si fa, tramite il profeta Isaia, nei confronti del popolo d’Israele che è paragonato ad una vigna che avrebbe dovuto portare frutto abbondante e invece ha prodotto acini acerbi.
E’ la domanda che un padre, una madre si portano nel cuore di fronte alle scelte dei figli che non sempre realizzano i loro sogni e le loro speranze. La domanda arrischia di creare nel cuore un rimpianto e una tristezza difficilmente colmabili. Bisogna stare attenti a non cadere in questa trappola. Nella vita quello che è fatto, è fatto, non si torna indietro e qualsiasi cosa deve fare i conti con la libertà personale che non è in potere di nessuno.
Certo bisogna fare il meglio, bisogna seminare un seme buono, con abbondanza, con passione e con fiducia, soprattutto in questo tempo difficile e poi essere sereni, affidando ogni fatica e ogni speranza nelle mani del Signore.

don Gino Cicutto

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