Da “COMUNITA’ E SERVIZIO” – 10 settembre 2017
periodico della parrocchia di San Giuseppe di viale San Marco
Gli interventi di don Natalino Bonazza sul settimanale della sua parrocchia non sono mai banali, scontati, soporosi. Nella prosa di questo giovane parroco c’è sempre pensiero, proposta e speranza, offerti sempre con convinzione.
Nell’articoletto di spalla della prima pagina, che rappresenta sempre “il fondo” di questo foglio parrocchiale e che è sempre scritto dal parroco, c’è in questo numero un’accorata denuncia sul problema della droga che investe frontalmente e rovinosamente anche i giovani della nostra città. Don Natalino, partendo dalla tragica morte di una nipote di un parroco del mestrino, denuncia la scarsa “presenza”, in questo amaro settore della vita, degli educatori, delle famiglie, delle autorità e pure della Chiesa, ma soprattutto afferma che se noi adulti, soprattutto noi cristiani, non testimoniamo in maniera convincente che i valori che supportano la nostra vita non la rendono positiva, serena e felice, è facile che i nostri ragazzi cerchino altrove la risposta a questa esigenza. Il “fondo” termina con una affermazione amara e sconsolante: “non stiamo facendo abbastanza”, e soprattutto serve che ci impegniamo e lavoriamo assieme per sconfiggere la pestilenza del nostro tempo.
Nello stesso numero di questo significativo foglio parrocchiale appare l’invito a partecipare il 17 settembre alla “Fiera dei patronati” (a don Natalino piacciono alquanto le parole nuove e fresche d’uso). Si tratta in sostanza di forme di gemellaggio tra parrocchie a livello di ragazzi, esperienze quanto mai positive perché è tempo che le parrocchie non siano più dei castelli con i ponti levatoi alzati.
Già che ci siamo segnalo pure la solita rubrica di Alessandro Seno “Uno sguardo sulla settimana”, nella quale questo valente ed ammirevole volontario della stampa parrocchiale incornicia lo splendido risultato a livello turistico del nostro Paese. Sottolineare i buoni risultati è certamente più valido che piangersi addosso!
INSIEME PER I GIOVANI
di don NatalinoQuesto settembre non ha nulla di spensierato, anzi. Torno dal funerale di Irma, figlia di amici della Bissuola e nipote di don Guido. Ci ha tenuti su la preghiera di una comunità viva e colpita al cuore. Il silenzio alla fine della messa esequiale era impressionante. Cronache e commenti nei giornali portano l’attenzione sul fenomeno preoccupante che riguarda tutta la nostra città: la droga è a portata di mano dei ragazzi, anche preadolescenti. Facile provarla, facile contattare lo spacciatore, facile acquistarla… e una volta che si è iniziato, sembra facile tenere la situazione sotto controllo, farsi solo al sabato sera e comunque quando lo voglio smettere. In realtà non è così, bisogna dirlo chiaro e tondo: la droga uccide sempre, assesta il colpo fin dalla prima volta. Non è mai leggera, è droga e basta: è sempre una tragica fregatura.
Condivido pienamente l’appello lanciato da don Guido nell’omelia: occorre che ciascuno di noi faccia tutto ciò che gli è possibile per testimoniare il dono grande della vita, per attrarre i ragazzi alla sua bellezza, per trasmettere tutto ciò che è buono, vero, giusto. Tuttavia – aggiungo – occorre ammettere che non stiamo facendo abbastanza per affrontare l’emergenza educativa, a tutti i livelli. C’è molta attività in solitaria «per non perdere i giovani», ma perché la voglia di vita li conquisti occorre agire insieme. Aprirsi alla collaborazione è l’inizio di una speranza.UNO SGUARDO SULLA SETTIMANA
a cura di Alessandro SenoC’è stato il sorpasso! C’è stato il sorpasso!
I dati non sono ancora definitivi visto che manca ancora il mese di settembre, ma la tendenza è chiara e certa, abbiamo superato la Francia. In cosa, vi starete chiedendo, e io testé lo metto nero su bianco: abbiamo guadagnato la seconda posizione nella classifica mondiale… del turismo.
È una notizia che mi ha sorpreso, ve lo confesso, io credevo che l’Italia fosse di gran lunga lo stato re, regina e principessa delle vacanze: spiagge, montagne, colline e città d’arte da sempre baciano il territorio a noi caro; nel Veneto poi nel giro di un paio d’ore puoi passare dai tremila e passa metri della Marmolada ad un bel tuffo al Lido fermandoti a prendere un aperitivo in piazza san Marco oppure una fetta di Tiramisù a Treviso. Eppure da qualche anno – l’ho scoperto da poco – il Belpaese non era più la meta preferita dai flussi turistici. Perché mai?
Ci sono ragioni non legate strettamente al territorio, penso ad esempio alla crisi economica che ha investito il mondo intero, ma al tempo stesso rifletto sui grandi sbagli che purtroppo abbiamo fatto come nazione: l’esempio della crisi calza a pennello per sottolineare come altri territori abbiano, negli anni della recessione, abbassato i prezzi di strutture ricettive e creato corridoi aerei o ferroviari che hanno naturalmente attratto turisti e viaggiatori. L’Italia invece, nelle vesti di piccoli esercenti o albergatori, ha sempre mantenuto uno standard prezzi molto alto scoraggiando quindi chi voleva passare qualche giorno di relax senza contrarre un mutuo bancario!
A onor del vero bisogna riconoscere che i nostri livelli qualitativi sono comunque notevolmente superiori ad un pari esercizio in altri paesi europei, sta di fatto però che abbiamo vissuto delle annate da vacche magre che non facevano presagire nulla di buono per il futuro. E invece… dall’anno scorso, quatti quatti, abbiamo ritrovato il segno più sui nostri listini vacanziferi e in questo 2017 abbiamo piazzato l’allungo vincente superando i colleghi transalpini.
I motivi sono essenzialmente due: da una parte il discorso sicurezza: il nostro territorio è considerato molto meno a rischio rispetto alla Francia e ancor di più rispetto ai paesi arabi come Marocco o Tunisia, flagellati purtroppo da attentati e visti come non sicuri soprattutto dai visitatori del nord Europa; dall’altro la capacità, una volta tanto, di fare squadra, lasciando da parte campanilismi e piccole beghe politiche e quindi di essere riusciti a “vendere” il prodotto Italia all’estero come luogo dove poter trascorrere momenti lieti e spensierati.
Lo stato si è fatto portavoce di una buona pubblicità e ha sostenuto iniziative per aumentare, o meglio, amplificare luoghi, sagre, piccoli borghi che hanno trovato la giusta misura per poter guadagnare con il turismo senza approfittarsene. E i risultati sono stati addirittura a doppia cifra, con alcune realtà turistiche che hanno registrato incrementi superiori al 10%. Non male vero? E adesso attacchiamo il vertice; sapete che ci sta davanti? La Spagna è leader mondiale del turismo ma sente già il nostro fiato sul collo…