San Martin Lutero?

Qualche volta la storia condanna un uomo che può essere compreso dopo qualche secolo. Prima di esprimere un giudizio bisogna avere una grande pazienza

Durante tutta la mia infanzia, ma pure durante la mia giovinezza, m’era stato dipinto Martin Lutero, l’autore della Riforma protestante, come un traditore della fede, un crapulone dalla vita disordinata che ha spaccato la Chiesa. Da qualche anno però sto facendo marcia indietro, anzi una conversione ad “u”! Sto leggendo un bel volume di Graziella Lugato, dal titolo “Visite pastorali antiche nella parrocchia di San Lorenzo di Mestre. Dal Concilio di Trento alla bolla papale Ob Nova”.

Per me, che ho speso in quella parrocchia quindici anni di esaltante vita pastorale, queste notizie mi incuriosiscono quanto mai. Ho appena letto che il parroco d’allora, don Camillo, che aveva ereditato dallo zio don Andrea il beneficio (cioè la rendita inerente al titolo) viveva normalmente a Venezia perché “l’aria di Mestre non gli conferiva”, e veniva a Mestre, in parrocchia di San Lorenzo, due o tre volte all’anno e vi rimaneva uno o due giorni al massimo!

Questa era la parrocchia del Duomo al tempo di Martin Lutero, c’è da figurarsi come fosse il Vaticano a quei tempi! Mi vien da pensare che il buon Dio abbia scelto il monaco tedesco per la necessaria riforma della Chiesa e non certo per la contro riforma e quindi dovremmo trovare pure un altare anche nella nostra chiesa di San Lorenzo da dedicare a Martin Lutero!

Sono ormai molti anni che sto rivedendo e correggendo certa cultura che mi hanno propinato a buon mercato! Mi spiace solamente che sono arrivato troppo tardi in questa verifica e rilettura dell’apologetica ecclesiastica.

È vero: una revisione critica del nostro pensiero e delle nostre convinzioni è sempre faticosa perché fa traballare e scombina l’architettura della struttura mentale nella quale abbiamo inquadrato la nostra visione del mondo e del messaggio cristiano. Tuttavia ritengo doveroso, che pur con pacatezza e pazienza, dobbiamo mantenerci in costante verifica del nostro modo di pensare e di vivere se vogliamo essere onesti con noi stessi e con le persone con cui viviamo.

Fortunati noi che abbiamo l’opportunità, grazie all’insegnamento di Papa Francesco, di veder tutti noi non come dei nemici o dei competitori, ma sempre e comunque come fratelli.

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