La liturgia della ventiduesima settimana dell’anno ha offerto ai fedeli la pagina del Vangelo in cui Gesù afferma che: “Non è quello che entra nell’uomo che lo rende colpevole ma è quello che gli esce dal cuore a renderlo responsabile di ciò che è male”. I benpensanti e i borghesi, di cui è piena la nostra società, non fanno che sottolineare tutte le magagne della società stessa che in verità sono proprio molte. Io però continuo a sperare che in realtà siano meno delle cose valide aggrappandomi al principio che il male è come i papaveri in un campo di grano, anche se non sono moltissimi lo tingono di rosso, mentre il bene è come le viole che anche quando sono moltissime nessuno se ne accorge. Ritenendo che Cristo con la sua affermazione volesse ribadire che ognuno è responsabile del male che fa e non di quello che fanno gli altri, penso che i cristiani, che da mane a sera tirano i politici per la manica perché impongano a tutti leggi che si rifanno alla concezione cristiana della vita, non siano in linea con l’insegnamento di Cristo. A questo riguardo io concordo con i radicali che vogliono garantire ad ogni uomo libertà di scelta, quindi anche i cristiani ai quali nessuno di loro si sognerebbe mai di impedire di essere coerenti con la loro fede e di testimoniare con la parola e con il comportamento la loro concezione della vita. Siamo onesti anche nella nostra società secolarizzata, pasticciona e spesso ipocrita nessuno ci impedisce di essere onesti o santi.
Qualche giorno fa la televisione di Stato ha intervistato Cacciari in merito alla presa di posizione del Papa e di molti Vescovi circa l’accoglienza dei profughi. Cacciari, in contrapposizione a coloro che accusano la Chiesa di ingerenza nei fatti della nostra Repubblica, ha sostenuto con forza che ha ragione il Papa perché è proprio del suo “mestiere” ambire la misericordia, spetta poi ai politici affrontare questo difficile problema e stabilire norme per risolverlo. Il commento al Vangelo secondo Cacciari mi pare sia perfetto: i cristiani auspichino pure misericordia o meglio ancora la traducano in atti concreti ma penso che nella preparazione del mio commento al Vangelo dovrò prestare più attenzione al pensiero dei laici piuttosto che a quello dei bigotti.