L’anno scorso o due anni fa, non ricordo, parlai ai miei amici lettori de “L’incontro” del forte impatto interiore e dei molti problemi di ordine religioso e soprattutto ecumenico che mi aveva posto la lettura del volume: “L’uomo planetario” di Ernesto Balducci, un padre scolopio di cui avevo conosciuto il pensiero attraverso la lettura della rivista “Testimonianze”, rivista che questo religioso ha diretto per molti anni.
Le tesi di questo volume sono quanto mai avanzate a livello religioso, egli parla infatti della fatale commistione che sta avvenendo tra le varie religioni. In un mondo globalizzato, come il nostro, la cultura e la fede non sono più legate fortemente ai continenti e alle tradizioni particolari ma si stanno mescolando nel “villaggio globale” in cui ora viviamo. Balducci si spinge anche oltre immaginando che è possibile ed auspicabile che si cerchi un denominatore comune tra le varie religioni perché esso diventi asse portante della religiosità e ci consenta di arricchirci del meglio che ogni cultura e ogni tradizione possono offrire alle altre chiese e alle altre fedi.
Queste tesi sono per me ardite e non so quanto si debbano considerare ipotesi di studio o dati di fatto ormai acquisiti. Mi astengo quindi dall’esprimere un giudizio anche perché si tratta di discorsi difficili e finora poco esplorati.
Sento però il bisogno di fare qualche piccola confidenza di carattere personale. Un paio di anni fa mi ha edificato e commosso un vecchio mussulmano che, tra le auto del parcheggio del Don Vecchi, si è inginocchiato per lodare Dio incurante del giudizio dei passanti. Mi fa bene incontrare quei giovani mormoni, vestiti in abito scuro, corretti e ordinati, che a due a due, muovendosi ora a piedi ora in bicicletta, offrono un anno della loro vita per fare i “missionari” nella nostra come nelle altre città; mi fanno riflettere anche quei giovani buddisti vestiti di arancione che, imperturbabili e sorridenti, offrono la loro testimonianza di fede in un mondo lontano anni luce dal loro; non condivido invece l’atteggiamento insistente da integralisti dei Testimoni di Geova anche se sono edificato dal coraggio con cui accettano rifiuti talora sgarbati alla loro proposta religiosa; mi commuovono, mi edificano, mi inorgogliscono e mi mettono in crisi i giovani cattolici del movimento “Nuovi Orizzonti” che danno testimonianza di fede ed invitano alla preghiera la gente che incontrano per strada e ammiro gli adulti che in silenzio testimoniano il valore della famiglia. Mi pare tanto bello che ognuno offra il meglio del suo bagaglio spirituale accogliendo positivamente anche la testimonianza di fede dei “comunque” credenti.