Un paio di settimane fa Papa Francesco ha affermato che, la persecuzione perpetrata dall’impero Ottomano (l’attuale Turchia) all’inizio del secolo scorso nei confronti della popolazione armena durante la quale vennero massacrati un milione di cattolici, è stato il primo genocidio. In quell’occasione forse molti benpensanti si saranno chiesti come mai questo Pontefice abbia voluto sollevare un simile vespaio suscitando reazioni facilmente prevedibili per un evento dal quale ci separa giusto un secolo.
Costoro sono certamente rimasti perplessi mentre io sono quanto mai convinto che la dichiarazione di Papa Francesco sia stata un atto di estrema onestà intellettuale. Non si devono dire le cose solamente quando ci conviene o quando si pensa che non susciteranno la reazione dei potenti. La verità va detta sempre, costi quello che costi, perché il male e le prevaricazioni vanno sempre condannate per rispetto del valore assoluto della verità e nel tentativo di creare una coscienza collettiva onesta. La Chiesa cattolica oggi può permettersi di farlo perché ha già chiesto pubblicamente perdono all’intera umanità per i suoi peccati quali: le crociate, l’inquisizione, le persecuzioni degli ebrei, dei catari, degli albigesi, le stragi degli indigeni del nuovo mondo e le condanne degli uomini di scienza come Galileo. Avendo fatto ammenda per i suoi comportamenti può legittimamente e doverosamente indicare alla coscienza del mondo la tratta dei negri, i genocidi dell’impero ottomano, di Hitler, di Stalin, dell’Uganda e del fondamentalismo islamico; purtroppo questa è una litania infinita!
Quanto mi piace questo Papa che tenta di far sì che la sua Chiesa diventi coscienza rigorosa per il mondo intero! Grazie, Papa Francesco, grazie anche per questa lezione di coraggio e di onestà morale!