Ho seguito con attenzione le elezioni in Grecia, mi sono preoccupato per il risultato che ha consentito ad un giovane venditore di fumo di diventare capo del governo ed infine ho ascoltato le sue richieste rivolte all’Europa.
L’Unione Europea ha già fatto abbondantemente credito alla Grecia ma quest’ultima, non solo ha scialato assumendo decine di migliaia di impiegati negli enti pubblici, ma pretenderebbe, come purtroppo avviene anche da noi, di continuare a vivere una vita al di sopra delle proprie possibilità, lavorando poco e pretendendo molto. In passato ho più volte affermato che i tedeschi dovrebbero manifestare maggiore umiltà ricordando il loro passato, però bisogna anche riconoscere la loro serietà, la sobrietà di vita, l’intelligenza sia della classe operaia, capace di accettare sacrifici pur di superare la crisi economica, che della classe dirigente: seria, collaborativa tanto da essere capace di governare con una grande coalizione che ha unito, ormai da anni, maggioranza e minoranza, cose che da noi purtroppo sono inimmaginabili.
Di fronte alle assurde pretese dei nuovi governanti della Grecia ho capito e condiviso le titubanze e soprattutto la fermezza dei tedeschi nel pretendere, dalla classe dirigente greca, serietà e l’impegno a smantellare un apparato burocratico che soffoca la loro nazione. Così come non reputo saggi e seri i genitori accondiscendenti con le bizze e le pretese insensate ed egoiste dei loro figli, privi del coraggio e dell’onestà necessari per dire di no, credo che anche tra gli stati europei, la serietà dei paesi più virtuosi dovrebbe educare e portare a più miti consigli i più riottosi.