Tutti i preti hanno a che fare con le imprese di pompe funebri perché fa parte del servizio di un sacerdote celebrare il commiato dei fratelli che ci precedono in cielo.
Svolgo molto volentieri questo servizio, da un lato perché mi da modo di riproporre le grandi verità cristiane che danno significato alla vita e offrono consolazione e speranza ai fratelli che vivono l’evento del lutto, e dall’altro perché spero tanto di essermi creato e di continuare a crearmi una folla di “amici” in cielo su cui poter contare. Questo ministero si inserisce però nell’organizzazione del funerale che è gestita quasi esclusivamente dalle imprese di pompe funebri, che in questi ultimi anni sono spuntate come funghi dopo la pioggia, perché pare sia una attività lucrosa. Io per temperamento e per scelta tento di favorire il loro lavoro come mi pare giusto che sia. Vi sono imprese serie che hanno rispetto ed attenzione anche per gli impegni di un prete, ma ve ne sono altre che pretenderebbero che il prete fosse al loro servizio facendo i loro interessi senza porsi problemi di sorta. Qualche giorno fa c’è stata una di queste imprese che pretendeva da me l’impossibile tanto da farmi venire la mosca al naso e dire al titolare: “Mi metta a libro paga e solamente allora potrà pretendere che sia a sua completa disposizione!”. C’è da aggiungere inoltre che al sacerdote giungono solo le briciole di questo loro “affare”. Questo mi dispiace perché, almeno nel caso mio, tutto quanto ricevo è interamente destinato ai poveri!