Sono reduce da una brutta influenza che mi ha tenuto lontano per una quindicina di giorni dalla mia gente, tanto che ho vissuto il “mistero” del Natale, da solo, non potendo condividere con la mia cara comunità il grande evento dell’Incarnazione del “Figlio di Dio”, Gesù.
Questa esperienza solitaria mi ha provocato qualche disagio, mi sono sentito solo, sganciato dal respiro caldo e fraterno della mia gente. Sono rientrato la domenica in cui si celebrava il “Battesimo di Gesù” sul fiume Giordano, mistero che mette fine al ciclo natalizio, ed ho sentito il bisogno struggente di condividere con le persone a cui voglio sinceramente bene quale è stata la luce e la grazia che quest’anno ha illuminato e riscaldato il mio cuore, confidando d’aver compreso sempre più che il “Salvatore” lo posso trovare in maniera privilegiata nel volto e nell’umanità dell’uomo che, a detta della stessa Bibbia, è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
Questa verità, che mi pare affascinante, mi ha sinceramente “folgorato” e mi dona un’ebrezza immensa sapere di poter incontrare, ascoltare e farmi aiutare dall’Emmanuele, il Dio con noi, che posso ritrovare in ogni momento sul mio cammino.
Ai miei fedeli ho chiesto poi di fare un serio esame di coscienza per verificare la luce e la grazia che il buon Dio aveva donato ad ognuno di loro. Non avrò la gioia di beneficiare del loro dono e della loro testimonianza ma comunque, penso che il mistero natalizio abbia reso più bello e più ricco il cuore di ognuno di loro illuminandolo nuovamente con la luce di Dio.