Ormai potremmo pensare che la predica per la festa dell’Immacolata sia acqua passata o che per lo più dovremmo rifletterci in occasione dell’otto dicembre del 2015.
Io invece confesso agli amici che ho nell’animo un cruccio che mi tormenta perché, più volte in occasione di questa bella festa della Madonna, non sono riuscito, nel mio sermone, a trasmettere la verità che è dono specifico di questa celebrazione.
Sono quindi costretto a riprendere il discorso sia per me che per i miei amici più cari.
La Vergine è rimasta nella sua vita quella che era uscita dalle mani di Dio, non subendo il peso dell’impoverimento che ci proviene dalle colpe e dai vizi delle generazioni che ci hanno preceduto.
L’uomo, di qualsiasi tempo, ha bisogno di modelli validi per vedere fin dove può e deve crescere così, a differenza di quanto rappresentato dalla Vergine che non ha subito questo processo di impoverimento, quando mi misuro o mi confronto anche con personalità tra le più sublimi, non posso non specchiarmi “in una magnifica rovina” qual è qualsiasi uomo: così affermava Monsignor Vecchi!
Abbiamo bisogno di tornare alla sorgente e la Madonna è appunto l’unica creatura che è rimasta come il buon Dio l’ha creata!