La festa dell’Assunta mi piace quanto mai perché mi sembra sia la facciata bella e piena di fascino della festa pagana del ferragosto.
Ogni anno, quando si avvicina la data della celebrazione di questo dolce “mistero” della nostra fede, il mio cuore si riempie di immagini di straordinaria bellezza e soavità. Ricordo quando moltissimi anni fa m’è capitato di entrare nel pomeriggio della festa dell’Assunta nella grande basilica gotica dei Frari. La chiesa era semideserta e il sole entrava in chiesa filtrato dai colori delle grandi vetrate, l’altare maggiore posto ai piedi della grandissima tela del Tiziano era ornato di fiori candidi e all’organo padre Rizzi, maestro insigne e compositore di tanti pezzi musicali di pregio, suonava in libertà, penso improvvisando, lasciando che il suo spirito, all’unisono con la vergine, cantasse il magnificat dell’esultanza, della lode e della speranza.
Ricordo ancora tanti anni fa che degli amici trentini mi vennero a prendere dal rifugio San Lorenzo di Misurina per portarmi a Cavalese in val di Fiemme a vedere la chiesa di quel borgo alpino. Lasciata la statale, ci inoltrammo a piedi in un viottolo che passava attraverso un bosco di grandi abeti secolari. Quando, terminato il bosco, apparve improvvisamente una radura verde con al centro una chiesa alpina con un altissimo frontale che sembrava infilzare il cielo azzurro. In quel frontale ad angolo acuto era dipinta l’Assunta che pareva a mezza strada tra il cielo e la terra. Credo di aver provato in quella occasione la stessa emozione di stupore e di dolcissimo incanto che le leggende antiche dicono provarssero gli apostoli quando videro la Madonna salire al cielo per immergersi e confondersi con la luce.
Come ricordo ancora ch’era diventata ormai una tradizione per me e per i fedeli di Carpenedo salire nel primo pomeriggio dell’Assunta a Villa Flangini nei dolcissimi colli asolani. Passavamo il pomeriggio con i nostri vecchi ospiti della bellissima villa settecentesca della parrocchia, facevamo merenda col pane cotto nel forno a legna di Asolo, imbottito di soppressa, e quando cominciava a far buio, salivamo con in mano i flambeaux, recitando il rosario fino all’antico eremo dei frati cappuccini nella cara ed intima chiesa di Sant’Anna. Ricevuta la benedizione uscivamo sul sagrato per vedere la nostra bellissima villa illuminata a festa, che sembrava uno splendido gioiello incastonato sulle prime pendici del monte Grappa.
Ricordo ancora le bellissime messe celebrate all’aperto sull’altare della Patria del nostro cimitero mentre i fedeli erano sparsi tra le tombe. Ogni anno questo spiazzo diventava una grande cattedrale, con le colonne fatte dai cipressi secolari e il cielo aperto ed azzurro che ci faceva sognare la Vergine salire dolcemente finché la sua veste si confondeva con l’azzurro del cielo e il suo volto col sole luminoso.
Ma è stato altrettanto bello anche quest’anno celebrare l’Assunta nella nostra “cattedrale tra i cipressi” che sembra una baita di montagna; essa era gremita di fedeli che godendo della frescura della nostra chiesa hanno cantato le lodi a Maria come non avviene nemmeno a San Pietro.
Ebbi la sensazione che tutti camminassero tenendosi per mano verso il cielo seguendo le tracce lasciate dai passi della Vergine santa.
15.08.2014