La tariffa

Mi sono sempre domandato quale sia il motivo di un certo anticlericalismo quanto mai diffuso in Italia. Pare che in altri Paesi europei che hanno una storia pressoché simile alla nostra, non sia presente questo sentimento di diffidenza, di rifiuto e di sospetto come lo è tra la nostra gente, perfino in chi è vicino ai preti.

Spesso mi è capitato di sentire il frizzo, la battutina sospettosa che irride alla mentalità del sacerdote. Tra i non pochi motivi di critica penso vi sia anche quello che il sacerdote approfitta del proprio servizio per spillare denaro.

Ora che ho una certa età e che mi sono guadagnato con una vita intera una certa autorevolezza è molto, molto raro che mi sia rivolta una battutina sospettosa, però quando ero seminarista furono infinite le volte che ho sentito criticare i preti per l’attaccamento al denaro. Anche oggi la gente stima ed ama i preti che vivono poveramente. Questa critica però non è un vizio da recriminare ma una virtù che è di stimolo al prete ad esser coerente con la sua scelta.

A volte vi sono anche situazioni – e sono assolutamente convinto che si tratti di eccezioni piuttosto rare – nelle quali qualche prete presta un lato assolutamente scoperto a qualche critica più che legittima.

Qualche giorno fa un dipendente di una delle ormai numerose agenzie di pompe funebri di Mestre, mentre mi accompagnava a benedire una salma che si trovava nell’obitorio dell’Ospedale dell’Angelo, mi raccontava con un certo pizzico di sarcasmo, che un mio collega, del quale faceva nome e cognome e chiesa in cui esercita il suo ministero, si presenta immancabilmente all’addetto delle pompe funebri con una ricevuta di cento euro in mano e non inizia il rito funebre se prima non gli si è saldata la somma richiesta.

Penso che la notizia sia purtroppo vera, perché altre volte ho sentito accennare a questo comportamento. La cosa mi pare quanto mai perlomeno penosa e disdicevole.

Io al riguardo mi trovo in una situazione privilegiata perché la pensione di cui godo, come tutti i miei colleghi, vivendo al “don Vecchi” nel mio quartierino di 49 metri quadri, mi è sufficiente, anzi di soldi ne avanzo ogni mese; perciò quando ricevo un’offerta, la destino ai poveri. Però per aiutare la mia “categoria” a meritare più stima e alla mia gente di avere coscienza di come vengono destinate le loro eventuali offerte in occasione di un funerale, ho fatto stampare una busta e l’ho distribuita a tutte le agenzie della città. Riporto il testo, se mai qualche confratello voglia fare una scelta simile.

“In qualità di titolare della Chiesa del Cimitero di Mestre, dichiaro di essere sempre disposto a celebrare, a titolo gratuito, il commiato religioso dei defunti che hanno famiglie che si trovano in difficoltà economiche.
Informo invece chi desidera fare un’offerta in occasione del funerale del proprio caro scomparso per onorarne la memoria ed in suo suffragio, che ogni offerta sarà interamente devoluta alla Fondazione Carpinetum per mettere a disposizione nei Centri don Vecchi alloggi per anziani poveri della nostra Città. Avverto pure che nell’occasione del trigesimo e dell’anniversario della morte del defunto, ne farò memoria durante la Santa Messa, ed informerò per lettera i famigliari sul giorno e l’ora del suddetto suffragio”.

don Armando Trevisiol

Se poi qualcuno avesse qualche perplessità nel credere a quanto ho scritto, non ha altro che verificare le mie affermazioni presso la Fondazione dei Centri don Vecchi che sono i destinatari di tutte le offerte dei fedeli.

04.06.2014

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