Ritorno ancora una volta su confidenze fatte già in passato, ma il ritornarci mi dà l’opportunità di riflettere su una grave tentazione che purtroppo temo sia condivisa da molti o da moltissimi miei concittadini.
Domenica scorsa non ho mancato di seguire la rubrica “L’Arena”, condotta, a me pare tanto magistralmente, dal dottor Giletti. Questo giornalista è certamente intelligente e preparato, e conduce con maestria e saggezza la discussione che è benissimo definita dal titolo, “L’Arena”, luogo di combattimento con i tori fino all’ultimo sangue.
Come in quasi tutte le trasmissioni di questo genere c’è un pubblico, che si limita a battere più o meno fragorosamente le mani in rapporto alla condivisione dei singoli interventi. C’è poi un certo gruppo di giornalisti quanto mai agguerriti, che fanno parte dello staff della rubrica e che mantengono vivace il dibattito stuzzicando i politici, tutti di un certo peso e in posizioni contrapposte. Talvolta sono invitati degli ospiti come testimoni di situazioni particolari inerenti al dibattito in corso.
Lo scontro è quasi sempre “cruento”: colpi dati con estrema decisione e con altrettanta intelligenza da parte di uomini, donne, giornalisti dei vari quotidiani, esperti e soprattutto giovani politici di tutte le parti, uomini e donne – queste ultime spesso carine ed eleganti ma sempre taglienti e determinate, che sostengono tesi contrapposte senza mai cedere assolutamente nulla al “nemico”.
Domenica scorsa si è parlato un po’ di tutto riguardo la situazione sociale e politica del nostro Paese. Le prese di posizione erano così decise e contrapposte che mi è parso che non ci fosse il neppur minimo denominatore comune e alcun punto, seppur piccolo, di convergenza. Mi è sembrato che il conduttore Giletti tentasse, guardingo e con estrema cautela, di passare l’ipotesi di dare un seppur minimo di credito al tentativo di Renzi. Però, al minimo accenno, arrivavano delle potenti bordate dalle fazioni contrapposte.
Alla fine del dibattito ho avuto la netta e amara sensazione che non ci sia alcuna speranza di salvezza, neppure con l’avvento dei nuovi politici quarantenni, per la nostra povera Italia!
Sono arrivato alla conclusione che ci vorrebbe l’avvento di “qualcuno” che finalmente mettesse tutti in riga, però immediatamente mi cominciarono ad apparire i volti già noti di questo “qualcuno”: Hitler, Stalin, Mussolini, Franco… e via di seguito. Non mi è rimasto che rivolgermi, ancora una volta, al buon Dio per gridargli, quasi disperato: «Salvaci, Signore!».
17.04.2014