Io sono uno dei tanti che fortunatamente hanno seguito la campagna elettorale degli Stati Uniti d’America con attenzione e passione e pur non avendo motivi particolari per rifiutare il candidato repubblicano, ho tifato per Barak Obama, il giovane candidato democratico.
Obama rappresenta, per me, il mondo povero che emerge, la persona che punta sul domani, l’uomo che ha dimostrato di saperci fare nella professione e non è nato, cresciuto ed educato a fare il politico (qualche giorno fa un membro dell’amministrazione della nostra Provincia, mi ha confidato che era l’unico che manteneva la sua professione mentre tutti gli altri non sapevano fare altro mestiere se non quello della politica).
Obama rappresenta, per me, l’uomo pulito e sano che si presenta con la sua famigliola: moglie e due bambine, che incanta col suo sognare e il suo sperare.
Obama, l’uomo che il giorno della sua trionfale elezione, termina il suo discorso con queste parole: “Grazie, che Dio vi benedica e che benedica gli Stati Uniti d’America”.
Lo confesso io invidio l’America che sa esprimere uomini del genere, che sanno di pulizia, di novità e di autenticità.
In Italia ci sogniamo questo stile, questi comportamenti e questo modo di concepire il sevizio al Paese.
Berlusconi appartiene all’antico Testamento, sembra un manichino tirato fuori dal primo novecento; Veltroni è nato e cresciuto nel partito e ne mantiene tutti i limiti; Casini insegue il vecchio metodo dei socialisti di comandare con la minaccia di spostarsi a destra e a sinistra come più gli conviene!